Home GrossetoEconomia Grosseto Testo unico sul turismo, la Fiaip: “Pasticcio normativo che aumenta i costi e la burocrazia”

Testo unico sul turismo, la Fiaip: “Pasticcio normativo che aumenta i costi e la burocrazia”

di Redazione
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Questo autunno 2016 vive di una questione quanto mai delicata: il nuovo testo unico in materia di turismo, approvato nelle scorse settimane dalla Giunta della Regione Toscana e ormai prossimo al passaggio in Consiglio regionale, continua a far discutere.

Anche Fiaip Grosseto figura tra le associazioni di categoria che esprimono forti perplessità sulle nuove competenze che il testo unico andrebbe a delineare. L’organizzazione del Fiaip Day a Grosseto ha fornito l’occasione di allestire un importante convegno sull’argomento, cui nei giorni successivi sono seguiti gli interventi di altre associazioni di categoria del territorio, tra le quali Confedilizia.

Il nuovo testo unico, che andrebbe a sostituire la legge regionale 42 del 23 marzo 2000, si propone sostanzialmente di “chiarire ruolo e funzioni delle strutture ricettive extra-alberghiere per quanto concerne i B&B e le attività non professionali” e di “introdurre una normativa specifica per gli affitti turistici alla luce dell’esplosione della cosiddetta sharing economy“.

In sostanza, le locazioni turistiche verrebbero praticamente azzerate e anche quelle forme di turismo alternativo, come i B&B, o amatoriale, come l’affitto di seconde case per brevi periodi, sarebbero riconosciute come una vera e propria attività imprenditoriale, con tutti le conseguenze che ne derivano per i privati cittadini. Ne sarebbero esclusi solo gli affittacamere non professionali, con il divieto però di fornire la prima colazione e consentendo le locazioni turistiche inferiori a 7 giorni per meno di 90 giorni all’anno.

Aumenteranno in sostanza gli obblighi burocratici e i costi – commenta Luca Vitale, agente immobiliare e presidente di Fiaip Grosseto –. Questa riforma penalizzerebbe in primo luogo i cittadini che vogliono affittare per ragioni turistiche la propria casa, magari per far fronte alle ingenti spese di mantenimento degli immobili“.

Ma molte sono le obiezioni che in questi giorni si sono sollevate, anche da Fiaip: “A nostro parere – spiega Vitaleesiste anche un problema di costituzionalità perché per quanto riguarda le locazioni l’unica legge di riferimento è nazionale e non regionale. Se il testo unico verrà approvato, siamo pronti a fare ricorso come del resto è già accaduto nel Lazio e con riscontri positivi. Ma anche in un recente convegno a Grosseto, cui era presente il capogruppo del Pd in consiglio regionale, il nostro concittadino Leonardo Marras, ho sollevato i miei dubbi su un problema importante, quello relativo all’incompatibilità degli agenti immobiliari che col nuovo testo unico non potranno più affittare, ad esempio, i propri immobili ricevuti in eredità o acquistati. Quest’incompatibilità varrebbe però anche per altre categorie come i dipendenti pubblici. Insomma, ci si addentrerebbe in un vero e proprio ginepraio“.

In definitiva – analizza ancora il presidente di Fiaip Grosseto, si rischia di provocare l’effetto contrario a quello desiderato. E’ comprensibile che a dettare la nuova norma siano le pressioni arrivate al mondo politico e amministrativo probabilmente dal comparto alberghiero, lo si evince anche da un preciso passaggio del nuovo testo unico secondo cui ‘gli appartamenti sono una formidabile concorrenza al settore alberghiero’, ma è necessario valutare con più attenzione gli effetti che l’approvazione in Consiglio regionale comporterebbe. E non è sufficiente a mio avviso neppure la possibile correzione, di cui si parla in questi ultimi giorni, secondo cui il nuovo testo unico varrebbe solo per più di 3 unità immobiliari. Non è facile stabilire una soglia e ogni decisione si porta dietro un effetto domino di questioni difficilmente inquadrabili, come il paventato adeguamento degli appartamenti agli standard igienico-sanitari“.

Secondo i contrari al nuovo testo unico, insomma, la locazione pura trae fondamento (articolo 832 del codice civile) dall’inalienabile diritto di ogni proprietario di immobile di poter godere (ovvero la facoltà di utilizzare o non utilizzare la cosa per trarne tutte o nessuna utilità, la cosiddetta “disposizione materiale”) e di poter disporre (ovvero la facoltà di venderla o di non venderla, di donarla, lasciarla per testamento o darla in locazione, la cosiddetta “disposizione giuridica”) del bene a suo vantaggio e a suo piacimento secondo il principio di pienezza ed esclusività previsto dal diritto di proprietà nei limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico e civile.

Le nuove regole dunque rischiano di danneggiare i titolari delle attività extra-alberghiere non professionali, i proprietari di immobili concessi per finalità turistiche e i consumatori, a vantaggio delle strutture alberghiere tradizionali. Si preferisce quindi tutelare le strutture alberghiere tradizionali e porre vincoli invece di collocare e definire in in giusto ambito normativo le locazioni pure e il comparto extra-alberghiero.

Siamo alle porte di un vero e proprio pasticcio normativo“, conclude Vitale.

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