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Economia e nuovo Codice degli appalti: al via gli incontri di Cna

di Redazione
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Inizia la campagna di incontri che CNA sta organizzando nel territorio per richiamare l’attenzione delle maggiori istituzioni della provincia sulla situazione, ancora molto grave, della nostra economia e sulle possibili iniziative da mettere in campo per contrastarla.

Diversi gli argomenti oggetto degli incontri: dai piani pluriennali delle opere pubbliche previsti nei programmi di mandato, agli incentivi previsti dai regolamenti comunali da concedere a tutti coloro che possono aprire cantieri per ristrutturazioni e recuperi di immobili, dal nuovo Codice degli appalti, ai percorsi di accreditamento richiesti alle imprese della provincia per accedere alle gare e alle forniture di beni e servizi alla P.A., fino ai protocolli di buona prassi da applicare al momento dell’apertura dei cantieri per prevenire il rischio di infortuni sul lavoro e combattere il lavoro irregolare.

“Due mesi di serrato confronto – commenta il direttore di CNA Anna Rita Bramerini con gli amministratori e tecnici dei Comuni ed enti territoriali per fornire alle imprese indicazioni utili per svolgere il loro mestiere e per farlo nel miglior modo possibile”.
Come si capisce dalle parole di Anna Rita Bramerini, CNA è preoccupata per i ritardi che impediscono al nuovo Codice degli appalti di diventare pienamente operativo, a causa di ritardi che sono dovuti alla mancata approvazione dei regolamenti attuativi e delle linee guida dell’ANAC ma anche alla mancata chiarezza ed alla contraddittorietà con cui alcuni di questi documenti stanno prendendo forma.

“Sono state pubblicate le linee guida sull’offerta economicamente più vantaggiosa, un documento molto importante che ci auguriamo mandi definitivamente in disuso le gare al massimo ribasso, causa primaria di alcune criticità in cui si sono ritrovate molte delle Amministrazioni che vi facevano sistematico ricorso. La mancanza invece del regolamento che si dovrà occupare della nomina, del ruolo e dei compiti del RUP per l’affidamento degli appalti e delle concessioni ha rallentato l’emanazione dei bandi, impedendo alla riforma di produrre i suoi effetti benefici da subito. La stessa cosa si può dire sulla mancata approvazione delle linee guida per i contratti sotto soglia, altro tassello decisivo del nuovo impianto normativo così come crediamo che si debba fare uno sforzo maggiore per dare concretezza ai principi che sia la Legge delega, sia il nuovo Codice degli Appalti affermano, vale a dire quello di favorire la territorialità e le filiere corte almeno in alcune tipologie di gara”.

Il Codice degli Contratti contiene nuove opportunità per le PMI e questo è già, di per sé, un risultato positivo, in un sistema economico dove la PMI rappresenta oltre il 99% delle imprese ma riesce a partecipare direttamente solo al 13% degli appalti pubblici; i buoni risultati auspicati però si potranno cogliere solo con la piena volontà collaborativa di tutti i soggetti interessati.
La mancanza delle linee applicative non consente di avventurarsi in congetture ma si notano reazioni diametralmente opposte fra i vari protagonisti. Da una parte ci sono Stazioni Appaltanti che hanno voglia di studiare e sperimentare le novità, diventando ” padroni ” della sorte delle opere appaltate nei loro territori; dall’altra, invece, ci sono Enti che per abitudine, o per timore, già rifiutano ogni novità e si preparano a proseguire con i vecchi sistemi.
Gli incontri che ci apprestiamo a fare ci auguriamo che servano a far prevalere le reazioni positive, ma perché questo accada sarà necessaria anche una forte volontà politica che vogliamo sollecitare e un’ azione continua di formazione, di aggiornamento e di qualificazione degli amministratori, degli operatori pubblici e delle imprese che dovrà essere messa in campo da tutti i soggetti interessati.”

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