Si è svolta ieri l’assemblea dei soci per il rinnovo del consiglio regionale di Feditalimprese Toscana: a guidare l’organizzazione sindacale delle piccole e medie imprese in Toscana sarà Lucia Morucci, eletta nuovo segretario regionale.
“Per me è un grande onore – afferma il neo segretario regionale Lucia Morucci –, ma anche una grande responsabilità, rappresentare Toscana Feditalimprese. E’ il momento di reagire alle difficoltà imposte dalla situazione economica in cui l’Europa, l’Italia e la nostra regione si trovano a fronteggiare, questa è la fase più difficile e mi rendo conto che parlare di soluzioni è alquanto azzardato, ma in quest’ottica Feditalimprese sembra aver tracciato una strada definita che fa della collaborazione tra le imprese il suo punto di forza”.
“Le imprese devono essere tutelate e coinvolte in iniziative mirate al loro sviluppo. L’intenzione, nell’immediato, – prosegue Lucia Morucci –, è quella di organizzare incontri con tutti gli amministratori delle Provincie e della Regione, oltre naturalmente agli imprenditori, per condividere le preoccupazioni, le speranze, ma anche progetti ed iniziative per il rilancio e per far fronte alle esigenze del territorio. Inizieremo dalla provincia di Grosseto, città in cui vivo e che ospita la sede regionale di Feditalimprese, per espandersi nelle altre città, fino ad arrivare a creare una rete regionale capillare“.
Piena soddisfazione arriva anche dalla segreteria nazionale di Feditalimprese.
“Facciamo un grandissimo augurio di buon lavoro a Lucia Morucci – afferma Gianluca Micalizzi, presidente nazionale di Feditalimprese –. Possiamo ritenerci pienamente soddisfatti: il nuovo direttivo regionale radicalizzerà Feditalimprese in tutta la Toscana per essere il punto di riferimento degli imprenditori ed avere un contatto diretto con le varie realtà imprenditoriali locali“.
“Oggi più che mai è importante condividere le proprie esperienze, stimolando il più possibile il tessuto sociale in cui viviamo quotidianamente, per far comprendere a tutti, amministratori, imprenditori e cittadini, che è necessario intervenire per il bene comune e che questo passa attraverso lo sviluppo economico delle piccole economie indigene – conclude Micalizzi –, esaltando in particolar modo le produzioni locali, siano queste agricoli, commerciali, tessili, tecnologiche o di qualsiasi altra natura, senza delegare sempre e costantemente al governo nazionale le scelte e le responsabilità“.