“L’ultimo episodio della grave esondazione dell’Ombrone, a seguito dei fenomeni meteorologici particolarmente violenti localizzati nel territorio senese provocando emergenza e danni al mare ed alla costa grossetana, impone ancora la necessità di intervenire con decisione ed adeguate risorse finanziarie per la difesa preventiva dei territori“.
A dichiararlo è Mauro Carri, direttore dell’Ance di Grosseto.
“Tutte le istituzioni pubbliche e private sono d’accordo che la prevenzione è il necessario antidoto per la difesa contro il dissesto idrogeologico, quasi a divenirne una monotona costante – continua Carri –. In particolare, la nostra associazione negli anni, ma con particolare intensità dal mese di maggio dell’anno passato, ha potenziato la sua azione organizzativa per mantenere l’attenzione dell’opinione pubblica e del governo locale, regionale e nazionale. Tra le più importanti iniziative vale ricordare la petizione, diffusa anche a livello provinciale, che l’Ance ha lanciato via web, nel sostenere la necessità di intervenire con urgenza sbloccando risorse disponibili per interventi di manutenzione e prevenzione E’ poi seguita l’organizzazione di un convegno a Grosseto dal titolo ‘Dissesto Italia’, nel quale furono analizzate le più importanti tematiche locali in materia di prevenzione del territorio per le criticità alluvionali, suggerendo anche controlli sulla qualità dei progetti e degli interventi seguendo modelli di sostenibilità ambientale ed economica, con trasparenza delle regole e delle procedure“.
“Questo programma rivendicativo, sostenuto da tutto il sistema di rappresentanza dell’Ance, ha contribuito alla costituzione della struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, a cui è affidato il costante monitoraggio delle progettualità disponibili e degli interventi cantierabili. Ma tutto ciò non è ancora sufficiente, come non sono sufficienti il piano annuale di difesa del suolo della Regione, la competenza e la velocità progettuale di molti enti locali, nonché le difficoltà del sistema burocratico ancora straordinariamente impeditivo – spiega il direttore denl’Ance -. Abbastanza è stato fatto rispetto al passato, ma occorre ancora impegno costante e soprattutto volontà politica, fattiva e determinata, per l’ottenimento di risorse finanziarie adeguate e garantite. Episodi alluvionali, esondazioni, cedimenti di terreni, anche in aree con significative dimensioni, sono tutt’ora l’esempio della fragilità del nostro territorio. Il pericolo ‘Ombrone’, che dovrebbe essere sempre un fiume amico, si ripete costantemente e sul quale sono conosciuti progetti di massima per la sua messa in sicurezza. Spesso vengono colpevolizzati i costruttori che avrebbero edificato in aree a rischio. Nella nostra provincia non risulterebbero rilevanti gli interventi edilizi eseguiti in assenza di specifiche autorizzazioni ed in aree non idonee per destinate classificazioni urbanistiche. Il problema non è l’edificato, il problema è la fragilità del nostro territorio, carente di opere contrastanti il rischio idrogeologico“.
“Di fronte alla prevenzione ed al dissesto idrogeologico occorre che le istituzioni pubbliche e private, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali della nostra provincia abbiano un comune linguaggio, mettendo costante e forte impegno in un’azione congiunta verso la Regione ed il Governo nazionale – conclude Carri –. Non ci sono primogeniture in questa materia, pertanto occorre trovare un percorso di coordinamento tra le componenti sociali, economiche e politiche del nostro territorio, nel quale mettere a fattor comune le competenze, le capacità relazionali e le specifiche responsabilità delegate“.