Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Mauro Carri, direttore di Ance Grosseto:
“Emerge una crescente penalizzazione delle imprese edili locali per le procedure utilizzate da numerosi enti appaltanti nell’ambito della selezione dei partecipanti a gare con il sistema dell’offerta negoziata.
Sta purtroppo diventando prassi la consuetudine di utilizzare procedure negoziate con modalità di selezione dei concorrenti a seguito di annunci di manifestazione d’interesse nazionali e l’inevitabile successivo sorteggio degli operatori economici che abbiano risposto alla stessa manifestazione d’interesse.
Premesso che tale metodo non è censurabile sotto il profilo della legittimità, l’Ance Grosseto ha costantemente e diffusamente evidenziato che queste procedure – per altro non esclusive per l’espletamento di gare a procedura negoziata – stanno comportando gravi problemi alle imprese locali.
Infatti, la metodica del sorteggio consegue una bassissima percentuale di probabilità d’estrazione a favore delle imprese del territorio che, per esperienza, qualificazione e conseguente capacità realizzativa, non possono neppure competere all’aggiudicazione degli appalti, di norma al massimo ribasso.
Questo produce nelle imprese di costruzione forte incertezza nelle programmazioni aziendali, difficoltà nel mantenere gli indici necessari alle revisioni periodiche per la qualificazione tramite Soa, un indebolimento del tessuto imprenditoriale nel comparto edilizio locale, un peggioramento occupazionale, già fortemente penalizzato dalla crisi economica e dalla endemica riduzione dei lavori pubblici.
L’Ance Grosseto ha sollecitato molti Comuni e l’amministrazione provinciale ad utilizzare la procedura sopradescritta non in modo consuetudinario e nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza.
Il principio della proporzionalità nella Pubblica amministrazione richiede il rispetto dell’equilibrio tra obiettivi perseguiti e mezzi utilizzati, assicurando il minor sacrificio possibile agli interessi privati – nel caso le imprese locali – confliggenti con quello pubblico. Per questo le stazioni appaltanti non possono imporre obblighi e restrizioni in misura superiore a quelle strettamente necessarie per il raggiungimento dello scopo, anche attraverso l’effettuazione di una ricognizione sull’assenza di altri strumenti idonei a conseguire l’obiettivo prefissato con minore pregiudizio per i soggetti coinvolti.
A tal fine, proprio per limitare un eccessivo ricorso al sistema del sorteggio, questo principio dovrebbe imporre alle amministrazioni di non trascurare assolutamente una selezione non casuale degli offerenti, come permesso nella procedura negoziata
Questa selezione dovrebbe basarsi anche su un’effettiva conoscenza del mercato di riferimento richiedendo indagini preliminari (in particolare a livello locale) ai fini dell’affidamento evidenziando, così, anche una capacità decisionale nell’autonomia dell’amministrazione.
Gli uffici tecnici potrebbero consultare sul sito dell’Autorità l’elenco delle imprese in possesso di idonea qualificazione in relazione all’affidamento, con particolare riferimento – non esclusivo – alle imprese operanti nel territorio provinciale ovvero le esperienze contrattuali già registrate dalle stazioni appaltanti nei confronti delle imprese richiedenti l’invito o da invitare, oltre all’idonea operatività delle imprese rispetto al luogo di esecuzione dei lavori.
Quanto sopra, sempre nel rispetto del principio della rotazione.
Adesso le imprese locali ed i loro dipendenti sono in attesa delle decisioni che soprattutto i sindaci ed i dirigenti prenderanno per i futuri appalti”.