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Congiuntura economica a Grosseto: patiscono piccola distribuzione, la media e grande distribuzione. Previsioni fosche anche per il IV trimestre

di Redazione
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Nei prossimi giorni a Firenze saranno presentati i risultati dell’indagine congiunturale realizzata dall’Osservatorio regionale sul Commercio relativa ai mesi di luglio, agosto e settembre 2013. Tali risultati, disaggregati a livello provinciale consentono, insieme agli approfondimenti ed elaborazioni effettuate dall’ufficio studi, a Gianni Lamioni, Presidente della Camera di Commercio di Grosseto, una sintetica riflessione generale ed un flash sul livello maremmano .

Quanto emerge dalla nostra periodica indagine trimestrale ripresenta uno scenario decisamente preoccupante con i trend di consumo che, per usare una espressione deritiana, parlano di un Paese smarrito. Infatti, in una recente indagine del Censis condotta a livello nazionale, emerge che i consumi descrivono un Paese ancora sotto sforzo, profondamente fiaccato da una crisi persistente. Dai primi anni 2000 a oggi sono diminuite del 6,7% le spese per prodotti alimentari, del 15% quelle per abbigliamento e calzature, dell’8% quelle per l’arredamento e per la manutenzione della casa, del 19% quelle per i trasporti. Viceversa sono cresciute alcune spese incomprimibili, come quelle per le utenze domestiche e la manutenzione della casa (+6,3%) e quelle medico-sanitarie (+19%).

Il crollo dei consumi –sottolinea Lamioni – ha interessato anche per il settore commerciale della provincia di Grosseto che, a seguito della propria connotazione di  mercato prevalentemente interno, continua a patire  pesanti conseguenze. Nel terzo trimestre del 2013, nonostante i mesi estivi, la flessione delle spese delle famiglie è risultata particolarmente significativa; il fatturato complessivo delle nostre imprese commerciali infatti fa registrare un preoccupante -7,1% rispetto allo stesso periodo del 2012 che pure aveva fatto registrare il peggior risultato dal 2005 (-8,6%); un risultato tra i più negativi della Toscana, superato solo da quello fatto registrare dalla provincia di Massa Carrara (-7,4%) ed anche le previsioni a breve, non sembrano invertire significativamente il trend. Questi dati confermano , purtroppo, le preoccupazioni sullo stato di salute del sistema economico provinciale che, non più di qualche settimana fa, abbiamo rappresentato in occasione della presentazione del  rapporto semestrale .”

Nel terzo trimestre 2013 il campione degli imprenditori del settore commerciale della provincia di Grosseto rinnova, se non pure nella piena intensità, rispetto allo stesso periodo luglio-settembre dell’anno precedente, il marcato andamento negativo delle vendite negli esercizi al dettaglio, tabella 1. Osservando il contesto regionale, disaggregato per i livelli territoriali provinciali,  Grosseto(-7,1%), si posiziona al secondo posto  della classifica, superata, in negativo, solo da Massa Carrara (-9,7%). Le altre province, con l’eccezione di Prato (-2,6%), si posizionano tra  -4,2%,  (Firenze e Livorno) e Lucca (-6,3%); per il sesto trimestre consecutivo per tutte le province toscane ed in tutte le distinte tipologie,  l’andamento delle vendite del commercio al dettaglio risulta negativo.

La lunga sequenza di trimestri con segno meno, riscontrabile nella serie storica 2005-2013, conferma, come  più volte evidenziato per le indagini precedenti,  che la crisi da congiunturale sta diventando strutturale, con massicce perdite nei nove anni di rilevazione del giro di affari non solo per la piccola e media distribuzione ma, da qualche trimestre, anche per la grande distribuzione, la cui limitata “perdita” è contenuta  soprattutto grazie ai notevoli valori positivi cumulati nella primi anni oggetto di indagine e più precisamente  fino al 2008.

Così come evidenziato negli ultimi commenti, il dato negativo viene registrato, pur con le dovute diversità, per tutte le tipologie del commercio al dettaglio. Infatti nel terzo trimestre 2013 la situazione peggiore si rileva nella piccola distribuzione (1-5 addetti ) con una punta del -8,2%; anche la media distribuzione, 6-19 addetti, “soffre” molto -8%, valore grosso modo identico (-7,9%) a quello rilevato nello stesso periodo dell’anno 2012. Il settore che sembrerebbe “patire ” di meno la forte contrazione dei consumi  è la grande distribuzione (-3,1%), 20 e più addetti, dove, tuttavia, dal II trimestre del 2011 viene inanellata senza soluzione di continuità una serie di performance negative che si presentano in modo altalenante ma comunque sostenuto.

Nel procedere  alla analisi del dato disaggregato in esercizi specializzati per distinta tipologia di attività, si rileva che, nel periodo oggetto di osservazione, il volume di affari delle imprese commerciali grossetane non ha confermato il trend delle ultime rilevazioni e, in particolare,  la similitudine negli andamenti tra il food ed il no food. Infatti mentre le vendite dei prodotti alimentari (-2,3%), anche se negative manifestano un dato migliore di quello del trimestre precedente (-3,9%) la stessa cosa non si può rilevare per quelle dei prodotti non alimentari (-10,1%) che quasi raddoppiano il dato del periodo aprile-giugno 2013 (-5,4%) precipitando verso valori preoccupanti. Quasi nullo (-0,1%)  l’andamento delle vendite negli ipermercati, supermercati e grandi magazzini che sembrerebbero  beneficiare dell’afflusso dei turisti estivi recuperando rispetto al -4% del trimestre precedente.

Continuando nella disaggregazione del dato complessivo ed in particolare in quello del segmento degli esercizi specializzati non alimentari- no food, si rileva che tutte le voci fanno registrare un andamento recessivo, con un’intensità quantitativamente rilevante. Anche per il terzo trimestre 2013, tra le tre distinte voci, quella che continua a destare maggiori preoccupazioni riguarda il settore prodotti per la casa ed elettrodomestici (-12,6%), con un raddoppio rispetto a quanto, già elevato, registrato nel trimestre precedente (-6,1%); critica anche la situazione per il comparto abbigliamento ed accessori (-7,6% ,di poco inferiore al dato precedente -8,%). Infine anche relativamente all’ultima voce degli esercizi no food classificata come altri prodotti non alimentari (In questa categoria rientrano, tra gli altri, i prodotti farmaceutici, di profumeria, libri, giornali, cartoleria), trova conferma il fosco quadro negativo dell’andamento del settore che, nello specifico con -10,1% risulta dal 2005 il secondo picco negativo per intensità (il primo in assoluto, -10,7%, è stato registrato nella rilevazione del terzo trimestre 2012).

La forte e perdurante contrazione dei consumi condiziona  anche le opinioni in merito al futuro; infatti per quanto riguarda le aspettative a breve termine  si rileva che il “barometro” del clima di fiducia dei commercianti maremmani volge decisamente  alla burrasca”, con un’evidente continuità rispetto alla caratterizzazione degli ultimi trimestri. Soprattutto per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni le previsioni per le vendite del periodo natalizio sono negative. Infatti, le aspettative degli imprenditori grossetani per il IV trimestre 2013 manifestano nel complesso un preoccupante -32 (il saldo complessivo fra attese di incremento e decremento delle vendite risultava, nel trimestre precedente, -6); la differenza fra attese di incremento e decremento per la piccola distribuzione si attesta a -28 (nello stesso periodo del 2012 era uguale a -40 e nel 2011 a -9). Come detto di significativo contenuto il dato riscontrabile sia per la grande distribuzione che per gli ipermercati  dove la differenza algebrica fra attese di incremento e decremento delle vendite risulta, rispettivamente, pari a  -49 e -73. Quest’ultimo valore, e cioè la previsione delle vendite per il IV trimestre 2013 per il settore degli ipermercati e grandi magazzini, risulta in assoluto il peggiore da quando viene effettuata la rilevazione.

L’effetto combinato della crisi dei consumi, della variazione dei comportamenti di acquisto dei consumatori (caratterizzato in particolare dal sensibile aumento degli acquisti tramite internet) e della diffusa “incertezza” sul futuro acquisisce una indiretta conferma nelle accresciute difficoltà da parte delle varie tipologie di esercizi a “gestire” il livello delle scorte di magazzino. A tale proposito dall’indagine rileva che l’84% degli imprenditori commerciali maremmani intervistati ritiene che le giacenze di magazzino siano adeguate rispetto alle proprie esigenze, mentre il 11%  dichiara un esubero delle scorte  e solo il 5%  le ritiene scarse.

Come ultima disamina della sintetica analisi delle risposte del campione spostiamo l’attenzione dal breve al medio termine. In tale ambito temporale riscontriamo un’ulteriore prova della preoccupazione presente tra gli imprenditori. Infatti da un esame dei dati relativi alla domanda sull’orientamento delle imprese circa l’evoluzione dell’attività nei prossimi dodici mesi, si rileva che il 13% degli imprenditori grossetani prevede uno sviluppo dell’attività (era il 20%  nell’indagine precedente ed il 22% in quella relativa al I trimestre 2013), il 73 % una stabilità (era il 74% e  66% nelle due ultime rilevazioni) mentre ben il 12 % la diminuzione (era il 14% e 12%  nelle rilevazioni del II e I trimestre 2013 ); e il 2% (in precedenza 1% e 0 ) ritiene probabile il ritiro dal mercato.

1 commento

fabrizio fabbrini 23 Dicembre 2013 | 14:05 - 14:05

Ormai le statistiche rappresentate nell’articolo sono arcinote.
Non si conoscano invece le iniziative per far recedere la tendenza negativa delle attività commerciali, ormai al collasso vero e proprio. Insieme a Massa Carrara siamo la provincia più in sofferenza…………..Paghiamo la mancanza di intelligenze culturali politiche economiche locali….abbiamo solo politici al traino di centri di potere dislocati altrove…………

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