Dopo un 2012 terribile per il mercato immobiliare e dati sempre pesanti per il primo semestre 2013 il settore pare essere tra quelli più in difficoltà nello scenario economico domestico. Si aspetta che le quotazioni immobiliari scendano ancora, mentre quelli che hanno già scelto preferiscono ricorrere ai tassi variabili. Mentre in altre aree del mondo e d’Europa la ripresa è già in atto, l’Italia soffre ancora ma si intravedono i primi segnali di una inversione di tendenza che potrebbe preludere ad una ripresa effettiva nel 2014. E’, in estrema sintesi, quanto emerge dal settimo rapporto dell’Area Research di Banca Monte dei Paschi su “Il mercato residenziale italiano e i mutui alle famiglie: timidi segnali di ripresa?“. Lo studio analizza i risultati definitivi del 2012 e del primo semestre 2013 sugli immobili residenziali e sul mercato dei mutui bancari alle famiglie e comprende un focus sul mercato degli immobili residenziali in Toscana, curato dall’Ance Toscana.
In Toscana, nei primi sei mesi del 2013 si sono vendute 1929 case in meno rispetto allo stesso periodo del 2012: 14790 contro 12861. Un dato che riassume il grave stato di crisi dell’edilizia residenziale nella nostra regione, che soffre più di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto quando si parla di compravendita di case. Lo dicono i numeri del settimo rapporto sul mercato residenziale italiano ed i mutui alle famiglie, redatto da Banca Monte dei Paschi in collaborazione con l’Ance Toscana. I minimi storici a livello nazionale sono stati raggiunti nel 2012 (-25,7% nelle compravendite rispetto all’anno precedente) ma i dati del primo semestre del 2013 indicano un grave calo di fatturato del settore (-26%). Tornando all’analisi dei dati delle transazioni residenziali, si vede come esse si siano ridotte a livello nazionale nei primi due trimestri del 2013: l’unico spiraglio positivo è che si è ridotta la velocità di caduta che è stata nel primo trimestre del -13,8% a/a e del -7,7% a/a nel secondo trimestre, contro il -19,5% a/a ed il -25,2% a/a dei corrispettivi trimestri del 2012. Nel primo semestre del 2013 la contrazione delle compravendite in Toscana sempre il -13% a/a (era il -23%). Nella graduatoria delle province delle quattro regioni analizzate, costruita in base alla misura delle variazioni negative, il gruppo delle migliori dieci, aperto da Massa il cui dato non varia, è composto da quattro province toscane (Massa, Lucca, Siena e Prato). Il gruppo delle peggiori dieci, chiuso da Pistoia con il peggior dato in assoluto (-24%) è composto da quattro province della Toscana (oltre a Pistoia anche Arezzo, Grosseto e Pisa). Oltre ai dati già illustrati per il secondo trimestre del 2013, in Toscana le compravendite sono in calo sia nei comuni capoluogo (da 2.804 a 2.634) che in quelli non capoluogo (da 4.850 a 4.166). Dai dati su base provinciale, nel secondo trimestre del 2013 si attenua la caduta in cinque province (Arezzo Pistoia Grosseto Livorno Prato) mentre resta stabile a Firenze e Massa Carrara. Si aggrava invece a Lucca e Pisa, maglia nera assoluta con Pistoia. Segnali positivi giungono invece dai comuni capoluogo: se nel primo semestre 2013 si era avuto un calo generalizzato in tutte le province fino al -40,6% di Siena ed il -29,5% di Pisa, nel 2013 emergono segnali di crescita: oltre al recupero (+33,8%) di Siena a Lucca e Massa si hanno incrementi delle compravendite nell’ordine del 6-7%. Pur riducendosi, restano particolarmente negativi i dati di Pistoia, Pisa, Grosseto ed Arezzo. Nei comuni non capoluoghi l’attenuazione della caduta non porta nessuna provincia a collocarsi nell’area della crescita. Peggiora l’andamento di Arezzo e Siena. Nessun miglioramento si segnala a Pistoia dove si resta ad una contrazione delle compravendite assai elevata. Leggere attenuazioni si avvertono a Pisa e Grosseto dove il calo permane su livelli comunque alti.