Non è la prima volta che Confartigianato Imprese Grosseto fa presente la sua contrarietà al Sistri, il nuovo sistema per la tracciabilità dei rifiuti promosso dal Ministero dell’Ambiente: stavolta però dalle parole si è passati ai fatti, nella ferma convinzione che la modalità richiesta dallo Stato sia troppo complicata e che nel contempo aggravi ancora di più le spese delle piccole e medie aziende.
Lo scorso primo agosto, il comitato di vigilanza Sistri ha ribadito la volontà di procedere all’entrata in operatività del sistema.
In questo senso, Unioncamere (l’ente pubblico che unisce e rappresenta istituzionalmente il sistema delle Camere di commercio) e l’Albo gestori ambientali sono stati sollecitati dal Ministero a dare avvio alla distribuzione delle usb e dei black box, in vista della scadenza del primo ottobre. In coerenza con quanto finora dichiarato, Confartigianato ha deciso di non rinnovare l’accordo quadro con Unioncamere, proponendo anche alle altre confederazioni di fare lo stesso.
Secondo l’associazione grossetana, in tutta la fase di sperimentazione il sistema si è dimostrato inadatto per le piccole e medie imprese: mai sono state applicate le semplificazioni annunciate e ancora si assiste al malfunzionamento informatico. La società che si occupa del Sistri non ha mai dato risposte alle criticità sollevate dagli addetti ai lavori e proprio per queste motivazioni Confartigianato la ritiene non idonea a gestire il sistema.
“E’ un segnale forte – spiega il segretario generale di Confartigianato Imprese Grosseto, Mauro Ciani – per manifestare il nostro totale dissenso: lo abbiamo ribadito nelle sedi opportune più e più volte, spiegando che nessuno mette in dubbio l’importanza di sconfiggere le ecomafie, ma che dovevamo riuscire a farlo senza complicare la già difficile situazione delle imprese italiane. Le soluzioni ci sono basterebbe osservare gli altri Paesi europei”.