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Cna: “Senza credito alle pmi la ripresa economica non è destinata a partire”

di Redazione
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Il Direttore di Cna Renzo Alessandri interviene sulle difficoltà riscontrate dalle Piccole e medie imprese nell’accesso al credito.

«Le PMI, il sistema dell’imprenditoria  diffusa e soprattutto la micro impresa incontrano, nei percorsi di acceso al credito, sempre maggiori difficoltà.

Diminuisce la loro capacità di fronteggiare un fabbisogno finanziario crescente e aumenta, al tempo stesso, il tasso di difficoltà indotto da un merito creditizio sempre più selettivo e oneroso.

L’obiettivo prioritario, quindi, è quello di immettere liquidità nel sistema, contrastando il credit crunch tutt’ora in atto e concertando, con gli altri Stati Europei e con la stessa BCE, linee di credito a favore delle piccole imprese. Così facendo, si aiuterebbe il sistema bancario a reperire (a condizioni favorevoli) la liquidità necessaria impegnandolo, nel contempo, ad utilizzarla per sostenere le imprese (almeno per le necessità  finanziarie di breve termine)».

«In Italia – prosegue Alessandri– si assiste a una stretta creditizia senza precedenti. Nello scorso mese di marzo, ad esempio, i prestiti al settore privato sono diminuiti per l’undicesimo mese consecutivo.

Nel 2012 rispetto all’anno precedente, gli importi medi erogati per i mutui si sono contratti del 3,6%, quelli per i prestiti finalizzati del 4,1% e quelli per i prestiti personali del 6,7%.

La provincia di Grosseto è al terzo posto in regione e al quindicesimo in Italia (a conferma del ruolo che localmente esercita il settore delle costruzioni) per l’importo medio dei mutui erogati; al nono in Toscana e il quarantasettesimo in Italia per i prestiti finalizzati; il sesto in Toscana e il sessantaduesimo in Italia per i prestiti personali. Una situazione che si commenta da sola.

Le banche, del resto, non sembrano aver ripagato gli italiani per la fiducia accordata. Dal dicembre 2011 ad oggi i depositi sui conti correnti sono aumentati di 73 miliardi mentre i crediti erogati sono stati 41 miliardi in meno.          

A farne le spese soprattutto le imprese più piccole: per la modesta capacità negoziale e per la mancanza di fonti di approvvigionamento alternative (una micro impresa non può certo emettere i bond).

Particolarmente negativi i dati riferiti a Grosseto, con una riduzione dei finanziamenti garantiti superiore ad un terzo (-33,8% in termini percentuali,  2.838.000,00 euro in valore assoluto sempre nel primo quadrimestre).

Nello scorso mese di maggio, inoltre, l’importo dei finanziamenti ammessi a garanzia da Artigiancredito su Grosseto è “crollato” a poco meno di 900 mila euro (a fronte dei tre milioni e passa deliberati a maggio 2012)». 

«Se non si garantisce alle imprese  il credito necessario– conclude Alessandri- , ripresa economica è occupazione sono destinate a fare pochi passi in avanti.

Bisogna rompere la spirale “perversa” che vede le banche dare meno credito, le imprese soffrirne la penuria e rischiare l’insolvenza nei confronti delle stesse banche . L’insolvenza determina il deterioramento dei crediti e genera quelle “sofferenze” che riducono il capitale delle banche creando, così, i presupposti per una ulteriore stretta. 

I momenti che viviamo possono essere superati solo con il concorso di tutti. In tal senso, le stesse banche, non possono chiamarsi fuori ma sono tenute a  rinnovare il proprio impegno.

C’è un nuovo Governo, dotato della maggioranza e dell’autorevolezza necessaria: faccia la sua parte. I governi locali facciano altrettanto e le banche tornino al loro antico mestiere».

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