Mauro Carri, direttore diAnce Grosseto, torna a parlare delle problematiche causate dalla necessità da parte delle amministrazioni comunali di rispettare il patto di stabilità:
“Il patto di stabilità interno risulta ancora la principale causa del blocco dei pagamenti da parte delle amministrazioni comunali che non possono spendere anche i soldi che hanno.
L’ultima legge di stabilità ha ulteriormente irrigidito i parametri del patto con tagli di circa 2 miliardi di euro a danno degli enti locali. Una decisione che sta ancora più aggravando gli investimenti delle opere pubbliche di competenza delle amministrazioni locali”.
“Per l’Ance,- spiega Carri – la cosa da fare subito, in attesa che si provveda a una revisione dei termini del patto europeo, è l’introduzione di regole nel patto di stabilità interno che salvaguardino la componente di investimento nei bilanci delle Amministrazioni pubbliche interessate, per evitare di scaricare tutto il peso delle politiche di riduzione della spesa sulla parte più virtuosa e sostenibile, quella degli investimenti a discapito delle imprese e dell’occupazione.
Relativamente anche al nostro territorio è di primaria importanza far partire subito il piano sul dissesto idrogeologico, modificando i limiti normativi che impediscono di spendere le risorse per la messa in sicurezza del territorio”.
“Occorre risolvere il nodo delle risorse, – conclude il direttore di Ance Grosseto – sia dal punto di vista degli stanziamenti che della spesa effettiva. Basti pensare che su base nazionale gli stanziamenti per il Ministero dell’Ambiente finalizzati alla tutela del territorio sono diminuiti del 91% negli ultimi 5 anni.
Dei 2 miliardi di euro stanziati tre anni fa dal Cipe per la riduzione del rischio idrogeologico, sono stati impegnati meno del 10% dei fondi, evidenziando anche una negatività procedurale e burocratica nella capacità di spesa”.