Home Cultura & Spettacoli “Tradurre Orfeo”: Daria Biagi protagonista dell’incontro conclusivo

“Tradurre Orfeo”: Daria Biagi protagonista dell’incontro conclusivo

Il progetto della Fondazione Bianciardi si conclude sabato 20 gennaio

di Redazione
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Grosseto. L’incontro conclusivo del progetto “Tradurre Orfeo” della Fondazione Bianciardi si terrà sabato 20 gennaio alle 18 alla libreria Palomar Ubik, in piazza Dante a Grosseto.

Il testo di traduttologia, ma anche di teoria della narrazione e di sociologia della letteratura, “Prosaici e moderni” di Daria Biagi, verrà presentato dall’autrice insieme a Riccardo Innocenti e Federico Masci, membri del comitato scientifico della Fondazione Bianciardi.

L’incontro

La studiosa propone la traduzione come strada alternativa per accettare la rivoluzione prospettica prodotta dall’ingresso del romanzo tra le forme della letteratura alta, dopo le condanne senza appello che il nuovo genere di scrittura aveva subito per tutto l’Ottocento da parte di lettori autorevoli, Novalis in testa, nonostante le splendide prove realizzate, come il “Wilhelm Meister” di Goethe e i “Promessi sposi” di Manzoni. Sarà il Novecento a proporre un nuovo codice critico e in Italia la sua affermazione, più ardua che mai, troverà nelle traduzioni di calibri come Doblin e Kafka i propri punti di forza.

Il testo della Biagi percorre quel clima e fornisce saggi interessanti di quel cammino difficile e affascinante che conduce allo scenario di oggi, in cui il romanzo si impone come la forma più praticata e, per certi versi, più democratica, della letteratura mondiale. Daria Biagi lavora al dipartimento di Studi europei, americani e interculturali dell’Università Sapienza di Roma ed è membro del gruppo di ricerca LTit – Letteratura tradotta in Italia. Si occupa di letteratura del Novecento, di storia e teoria del romanzo, di traduzione. È traduttrice dal tedesco e dall’inglese.

I temi della traduzione e della ricezione degli autori stranieri sono i fili rossi che hanno legato l’intero ciclo “Tradurre Orfeo”, ispirandosi alla centralità che nel percorso intellettuale di Luciano Bianciardi ha assunto la letteratura straniera, a partire da quella americana, di cui è stato fra i traduttori decisivi per la sprovincializzazione della cultura italiana del secondo dopoguerra.

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