Grosseto. Giovedì 23 novembre alle 16, nell’aula magna della Fondazione Polo universitario grossetano in via Ginori, 43 si terrà una nuova conferenza del progetto “Incontri con le voci dell’archeologia”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Polo universitario grossetano, il Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena e l’Associazione archeologica maremmana allo scopo di divulgare i risultati delle ricerche svolte sul territorio.
Il titolo è “L’Orto di Gottfried nell’Archeodromo di Poggibonsi: un’esperienza di orticoltura del periodo di Carlo Magno”, ne parlerà Matteo Trivella, che ha curato la ricostruzione sperimentale di un’area ortiva del periodo carolingio (IX-X secolo) presso l’Archeodromo di Poggibonsi.
L’incontro
Il progetto denominato “Orto di Gottfried”, nato come tesi di Laurea magistrale del dottor Trivella, parte da una base di ricerca letterario-storiografica riprodotta attraverso la metodologia dell’archeologia sperimentale e unita ai concetti chiave dell’archeologia pubblica per una corretta divulgazione dei risultati.
“Nello specifico il progetto riguarda la progettazione e la messa in opera di un orto di IX secolo, realizzato partendo dall’analisi di fonti scritte, ricerche archeologiche ed analisi geologiche. Parte dello studio, concerne infatti il vaglio delle fonti, volto all’individuazione delle caratteristiche dell’area ortiva che si presenta come una zona chiusa nei pressi dell’abitazione, essenziale per la sussistenza del colono in quanto veniva curata senza alcun tipo di tassazione dovuta al Dominus del villaggio. Sono state proposte determinate colture per la maggior parte indicate dal Capitulare de villis o selezionate dalle fonti documentarie coeve – spiega l’archeologo –. La parte pratica, invece, è stata incentrata sulla ricostruzione delle strutture e la coltivazione delle piante. Operazioni effettuate utilizzando tecniche e strumentazioni compatibili con il periodo altomedievale, prestando anche attenzione alle credenze legate all’astronomia, che nel corso della storia hanno accompagnato l’uomo nel lavoro della terra.
A completamento della ricerca si è svolto il confronto con il panorama ricostruttivo dedicato agli orti medievali italiani, al fine di individuare eventuali elementi innovativi di carattere tecnico, per quanto riguarda la parte strutturale, e divulgativo rispetto al contenuto offerto da tali esperienze, ricercando anche gli aspetti filologici che nella didattica diventano lo strumento di connessione con il pubblico. Infine è stato compilato l’erbario costituito dalle 36 colture scelte rispettando le indicazioni delle fonti storico-iconografiche e integrato da un’ampia descrizione dedicata alle origini e alla narrazione della mitologia legata alle piante scelte per l’Orto di Gottfried. La sperimentazione è iniziata nel luglio 2019 ed è tutt’ora attiva presso l’Archeodromo di Poggibonsi. Tutta la documentazione relativa al progetto è stata divulgata in corso d’opera sulla pagina Facebook dedicata, attraverso un linguaggio comprensibile anche ad un pubblico non specializzato, al fine di perseguire i principi dell’archeologia pubblica, che puntano ad una maggior accessibilità alla ricerca”.