Martedì 6 dicembre decorre il ventennale del Museo ebraico di Pitigliano.
Venti anni fa, grazie ai lavori di restauro finanziati dal Comune e all’impegno dell’associazione “La piccola Gerusalemme”, vennero inaugurate le sale ipogee del museo, aperte al pubblico solo l’anno successivo.
Le celebrazioni apriranno alle 11, con la visita guidata delle stanze del museo, e proseguiranno alle 12, con un brindisi con vino kasher, alla presenza delle autorità.
“E’ una ricorrenza molto importante per tutti noi – afferma il sindaco Giovanni Gentili – per ricordare che Pitigliano porta avanti una lunga storia di convivenza. La cultura del dialogo e dell’incontro ha sempre caratterizzato il rapporto tra ebrei e cittadini garantendo al borgo un arricchimento culturale straordinario di usanze e tradizioni“.
“Nella consapevolezza del grande valore che rappresenta la storia della comunità ebraica per Pitigliano – aggiunge Irene Lauretti, assessore alla cultura –, le amministrazioni comunali che si sono succedute sino ad oggi hanno sempre collaborato concretamente con l’associazione ‘La piccola Gerusalemme’ per mantenere viva la memoria della presenza degli ebrei, a partire dal restauro di alcuni luoghi simbolo del ghetto ebraico, che oggi sono diventati un richiamo importante per i turisti di tutto il mondo.“
Il Museo ebraico espone testimonianze della cultura ebraica sul territorio, luoghi e ambienti spesso scavati nel tufo: il forno delle azzime, il macello, le cantine per il vino kasher, ancora oggi prodotto dai vinificatori di Pitigliano, la tintoria e il bagno rituale mikvé. Nella stessa sede è presente una mostra permanente di cultura ebraica.
“E’ bene precisare che celebriamo i 20 anni dall’apertura dei locali che ospitano il Museo ebraico – afferma Elena Servi, oggi ultranovantenne, custode della memoria storica della comunità ebraica di Pitigliano e direttore della struttura museale – perché in realtà l’associazione ‘La piccola Gerusalemme’ .che gestisce il museo ,compie ben 26 anni, essendo stata istituita da me e mio figlio Enrico il 4 ottobre 1996. Eravamo gli ultimi ebrei di Pitigliano e su noi gravava la responsabilità di tenere in vita la memoria del passato. Un passato importante: gli Ebrei sono presenti in questo borgo almeno dalla metà del 1500. Era una comunità ebraica fornita di tutto, dal punto di vista igienico, religioso, commerciale, sociale e culturale, con una biblioteca bellissima, ed era così rilevante e ben organizzata da meritare l’appellativo de ‘La piccola Gerusalemme’ o ‘La piccola sorella’, da parte della comunità ebraica di Livorno, che era invece ‘La grande sorella’”.
Poi con l’Unità d’Italia molti ebrei cominciarono a trasferirsi a Firenze, Livorno e Roma, tanto che la comunità di Pitigliano si ridusse a meno di 70 persone. Nel 1938 ci furono le persecuzioni razziali e durante la Seconda guerra mondiale i circa 30 ebrei che erano rimasti a Pitigliano furono aiutati e salvati dalle famiglie cattoliche che li nascosero nelle campagne. Con il crollo della sinagoga, avvenuto negli anni ’60 a causa di una frana, tramonta definitivamente la speranza di ricomporre la comunità.
“In un primo tempo il Comune di Pitigliano, con il sindaco Brozzi, finanziò il restauro della sinagoga – prosegue Elena Servi –, che fu inaugurata nel marzo del 1995. Subito dopo furono sistemati i locali sottostanti. Fu un lavoro lungo e molto ben riuscito. Anche il forno delle azzime, rimasto in funzione fino al 1939 e poi abbandonato, venne restaurato, così come la macelleria e il mikveh. Ricordo che un giorno espressi gratitudine al Comune per tutto questo, rivolgendomi all’assessore Diva Bianchini e lei mi rispose che il Comune aveva ricostruito, ma noi con il lavoro dell’associazione abbiamo restituito la vita a quei luoghi.“