Antonio Barbieri è il protagonista del nuovo appuntamento della rassegna “Corrispondenze” nella chiesa dei Bigi al Polo culturale Le Clarisse, in programma giovedì 10 novembre alle 18.
L’evento – che vedrà, come di consueto, l’arte contemporanea incontrare l’arte antica del Museo Luzzetti – sarà dedicato alla presentazione di un’opera “site specific” dell’artista. «Antonio Barbieri – spiega il direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa – è uno degli artisti contemporanei più dotati di Grosseto e allestirà nel museo delle opere straordinarie, dopo essere già stato nostro ospite nel 2015 con “Sublimazione inversa”, un’altra suggestiva esposizione. Oggi le sue opere indagano la struttura primaria delle forme organiche con un’inedita sperimentazione plastica e un uso massiccio della tecnologia, anche digitale».
Il biglietto d’ingresso costa 5 euro (ridotto a 3 euro per i soci di Fondazione Grosseto Cultura) e dà diritto a visitare tutte le mostre allestite all’interno del museo; durante l’incontro saranno serviti tè e biscotti (per informazioni e prenotazioni chiamare il numero 0564.488066 o scrivere a prenotazioni.clarisse@gmail.com). Nell’occasione sarà possibile sottoscrivere o rinnovare la Grosseto Card, la tessera socio di Fondazione Grosseto Cultura.
Antonio Barbieri (Rho, Milano, 1985) si è laureato in scultura all’Accademia di Belle arti di Firenze nel 2010 e durante gli studi ha lavorato in vari laboratori artistici approfondendo la conoscenza di tecniche scultoree meno convenzionali come il ferro battuto, la vetroresina e il cemento. Negli stessi anni è diventato assistente dello scultore e scenografo professionista Cristian Biasci, che l’ha avviato alla disciplina della scenografia per opere liriche e teatro moderno. Nel 2011 ha dato vita a un progetto di beneficenza per la Fondazione Il Sole, ritraendo in gesso 14 ospiti della casa-famiglia, e ha progettato e realizzato le scenografie di due spettacoli del Teatro stabile di Grosseto. La sua ricerca artistica si caratterizza dall’impiego di materiali poveri (come il metallo, con il quale emula le forme naturali) e dall’utilizzo di tecniche appartenenti all’industria e alla progettazione tridimensionale.