I paesaggi della Maremma e del resto della Toscana raffigurati nelle più celebri opere dei Macchiaioli e di altri grandi maestri del Novecento. Il Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura ospiterà da sabato 18 giugno a domenica 4 settembre la mostra “Paesaggi di Toscana – Da Fattori al Novecento“, a cura di Emanuele Barletti, da un’idea di Carlo Sisi, con i capolavori della collezione d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze dedicati al paesaggio.
L’inaugurazione al pubblico è prevista per le 17 di oggi, sabato 18 giugno, con tre visite guidate condotte dal direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa: alle 17, alle 18 e alle 19 con un massimo di 20 persone a gruppo (ingresso a 3 euro; è consigliata la prenotazione tel. 0564.488066 / e-mail prenotazioni.clarisse@gmail.com).
Dal giorno successivo la mostra sarà aperta la domenica con orario dalle 17 alle 20, il mercoledì con orario dalle 11 alle 14; il giovedì, il venerdì e il sabato con orario dalle 11 alle 14 e dalle 17 alle 20 (ingresso a 3 euro; 5 euro compreso l’ingresso al Museo Luzzetti; per informazioni e prenotazioni tel.0564 488066; e-mail collezioneluzzetti@gmail.com).
L’esposizione al Polo culturale Le Clarisse è suddivisa in tre sale: la prima è dedicata alla “terra amara” (per le paludi e la malaria) di Maremma e ai pittori Macchiaioli, con dipinti di Giovanni Fattori, Adolfo Tommasi, Luigi e Francesco Gioli. Nella seconda sala sono esposti paesaggi toscani più dolci e struggenti rispetto alla “Maremma amara” dei Macchiaioli, riferibili a due modalità espressive che ebbero larga diffusione nel primo Novecento: quelle ancorate al “vero” della tradizione naturalista postmacchiaiola – come nel caso dei dipinti “lucchesi” di Adolfo Tommasi o del “Cacciatore” di Raffaello Sorbi – e quelle maggiormente legate alle suggestioni della pittura diffusa in ambito europeo, come le atmosfere brumose del “Paesaggio” di Niccolò Cannicci, le allusioni al simbolismo di Giorgio Kienerk o dalle le forti e vivaci di Ulvi Liegi. Scorci di paesaggio che evitano la retorica del selvaggio, del maestoso e del sublime per rivelare l’urgenza di abbandonarsi all’intimità e alla serenità del marginale e del quotidiano. La terza sala è dedicata a personalità artistiche più calate nella prospettiva novecentesca: “La veduta di Firenze” di Llewelyn Lloyd, “Le due strade di Versilia” di Galileo Chini, “La veduta di San Gimignano” di Colacicchi. Esempio di un rinnovato richiamo alla grande tradizione classica è invece il trompe l’oeil di Pietro Annigoni, considerato uno dei più grandi artisti figurativi del Novecento italiano.
Allievo di Annigoni fu Luciano Guarnieri, che nella stessa sala espone un’opera dalla straordinaria sensibilità pittorica. In esposizione anche il dipinto “Eroi di Maremma” di Paride Pascucci, dipinto dal pittore mancianese nel 1895, a 29 anni, ed entrato a far parte della collezione d’arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze nel 1987. È il simbolo della “Maremma amara” che uccide con la malaria.
«Questa mostra – dichiara il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Luigi Salvadori – costituisce il proseguimento della proficua collaborazione tra la nostra Fondazione e il Polo museale delle Clarisse nata lo scorso anno, in occasione della collocazione in questa bellissima sede, di un nucleo di opere di Primo Conti. Un partenariato di grande valore che punta alla crescita del polo museale, così come è stato nello spirito dell’intervento effettuato con il recupero, da noi supportato, dell’ex convento che ospita la Collezione Luzzetti. L’obiettivo era quella di creare un luogo vivo che contribuisse alla crescita della cultura del territorio e crediamo che sia stato davvero raggiunto».
«Per tutti noi, per la comunità di Grosseto e della Maremma – dichiarano il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla cultura Luca Agresti – riscoprire origini e radici è diventata, più che un’operazione di secondaria importanza, una vera e propria esigenza. Il bisogno di trovare nella nostra anima le tracce di ciò che è stato, i segni di quel cammino fatto di lavoro, passione e sofferenza che ci ha condotto fino ai nostri giorni. Oggi, pur essendo il territorio mutato e con esso anche chi ci vive, siamo ancora espressione di quello stesso spirito che è possibile scorgere nei magnifici dipinti provenienti dalla collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e che possiamo ammirare nella mostra “Paesaggi di Toscana – da Fattori al Novecento tra macchia e realtà del vero”. Un mito immerso nella realtà: ecco la Maremma che ha fatto breccia nell’animo e nei cuori di tanti artisti che l’hanno rappresentata nella sua dimensione più autentica: proprio quella “dolcezza amara” che ancora ci portiamo dentro e che è parte della nostra identità. Il legame tra uomo e paesaggio che abbiamo ereditato rimane fermo, saldo, impossibile da spezzare o modificare. È questa la nostra unicità: un tesoro che vogliamo riportare alla luce e che merita di essere ammirato. Sono le fondamenta di un percorso che abbiamo voluto portare avanti con grande determinazione e che ha visto nella soddisfazione di essere arrivati tra le 10 città finaliste nella corsa a Capitale italiana della cultura per il 2024 uno dei suoi momenti più alti. Non l’unico però. Per questo, la nostra intenzione è quella di proseguire su questa stessa strada di riscoperta di noi stessi come strumento di crescita interiore, ma anche come efficace metodo di promozione del nostro brand territoriale. Il Comune di Grosseto è fiero di essere parte di questo network virtuoso, in sinergia con attori territoriali come la stessa Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, la Fondazione Grosseto Cultura, il Polo culturale Le Clarisse (da poco entrato nel circuito dei musei di rilevanza regionale), per essere interpreti di un mito, quello della nostra terra, di cui tutti portiamo i segni».
«Questa mostra, frutto della preziosa collaborazione instaurata per il secondo anno consecutivo tra il Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, che ringraziamo – dichiara il presidente di Fondazione Grosseto Cultura, Giovanni Tombari –, si inserisce come momento ideale nel percorso che abbiamo inaugurato con la candidatura di Grosseto a Capitale italiana della cultura 2024 e che ha visto la nostra città tra le dieci finaliste nazionali. Un percorso che non solo ci impegna nel continuare a proporre iniziative culturali di grande qualità, proprio come l’anno passato con l’esposizione dedicata a Primo Conti, ma che ci accompagna nella volontà di definire un’identità il più possibile al passo con i tempi della nostra terra, la Maremma. E quale cammino migliore ci può essere di quello che parte dal passato per rivolgersi al presente, con un occhio al futuro? Il tema centrale resta una costante: natura e cultura, elementi in simbiosi di un territorio che trae le proprie peculiarità, anche e soprattutto culturali , proprio dall’ambiente. I paesaggi ritratti nelle opere della mostra confermano un terra la cui identità è in mutazione continua anche in relazione alla necessaria attività dell’uomo. Tutelare il paesaggio non deve voler dire imbalsamarlo, ma trasformarlo con profonda sensibilità al passo con i tempi e le nuove esigenze affinché in Maremma si possa continuare a vivere in modo “naturalmenteculturale” senza bloccare sviluppi positivi per l’economia».
La mostra “Paesaggi di Toscana: da Fattori al Novecento” è promossa dal Comune di Grosseto con Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e il Polo culturale Le Clarisse, museo a rilevanza regionale di Fondazione Grosseto Cultura, e con i Musei di Maremma.