Si apre mercoledì 18 maggio la mostra “Il Giglio. I 10 anni che sconvolsero l’isola“, collegata all’omonimo libro realizzato dal fotografo Carlo Tardani con Silvano Polvani.
Una serie di scatti in bianco e nero, che raccontano la storia dal disastro della Costa Concordia al capolavoro della rimozione, saranno visitabili al piano terra del palazzo comunale fino al 31 maggio prossimo, in coincidenza con l’apertura degli uffici comunali, dal lunedì al venerdì, dalle 8, alle 13, ed il martedì e il giovedì, anche dalle 15 alle 18.
“Il libro e la mostra fotografica – spiega Silvano Polvani – nascono come partecipazione nel dare un affettuoso ricordo alle vittime e nel contempo come un bisogno di stimolare la memoria e il ricordo. Memoria che non sempre è piacevole: nella memoria c’è anche il pianto, ma noi abbiamo bisogno della memoria, in un mondo come il nostro dove tutto si concentra sul presente abbiamo la necessità della memoria perché è in questa che troviamo i valori da conservare e proporre ai nostri figli. Ragionare su quella tragedia di sicuro ha fatto alzare l’asticella della sicurezza sulle navi, ha rafforzato la protezione civile, ha esaltato il concetto di ingegneria e tecnologia, ha dato fiducia, apprezzamento e autorità alle nostre forze dell’ordine individuandole come un faro a cui rivolgersi quando stringe un’emergenza. Foto rigorosamente in bianco e nero com’è nello stile di Tardani, così da renderle efficaci nel valorizzare i dettagli, le ombre, i contrasti, dandole così un fascino delicato“.
“Tutte le foto sono in bianco e nero perché il colore distrae – sottolinea il fotografo Carlo Tardani –, mentre il bianco e nero rivela l’essenza. Le foto sono rimaste per sette anni nel cassetto, finché con Silvano Polvani non abbiamo deciso di farne un libro. Ma come raccontare la Concordia a dieci anni di distanza? Abbiamo scelto un racconto lineare, semplice, per far capire quello che era successo. Innanzitutto c’è da raccontare di chi non ce l’ha fatta: le 32 vittime tra i passeggeri e il sommozzatore spagnolo morto durante la rimozione. Poi, però, dovevamo anche attualizzare la storia. Quindi è nata l’idea di rifotografare gli stessi scorci, ma ormai senza la Concordia. E così Punta Gabbianara, da brulicante cantiere per il parbuckling, torna a essere il solitario scoglio abitato solo da gabbiani e il paese non si affaccia più sul relitto, ma ritrova il profilo della sua costa selvaggia”.
“Il Comune di Roccastrada – aggiunge l’assessore Emiliano Rabazzi – ha voluto ospitare questa mostra a dieci anni dalla disgrazia, sia per rendere omaggio alle sfortunate vittime di quel disastro che per rendere merito agli autori della mostra, che attraverso una splendida galleria fotografica ci fanno rivivere quei tristi momenti, dal disastro fino al ritorno alla normalità dell’Isola del Giglio”.