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“Il delitto di via dell’Orsina”: Massimo Dapporto in scena al Teatro degli Industri

di Redazione
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Al Teatro degli Industri arrivano Massimo Dapporto, Antonello Fassari e Susanna Marcomeni.

La stagione teatrale 2022, organizzata dal Comune di Grosseto e da Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, prosegue con un nuovo appuntamento lunedì 7 marzo, alle 21, al Teatro degli Industri. In scena “Il delitto di via dell’Orsina” (“L’affaire de la rue de Lourcine”) di Eugène Labiche, nell’adattamento e con la regia di Andrée Ruth Shammah. Sul palco saliranno Massimo Dapporto, Antonello Fassari e Susanna Marcomeni. I biglietti sono disponibili online (comunegrosseto.ticka.it) o al botteghino del teatro, che lunedì 7 marzo sarà aperto dalle 18.

Uno spettacolo generoso che, con umiltà e delicatezza, regala l’emozione di tornare a teatro. A quel teatro essenziale in cui ogni gesto, ogni parola, ogni oggetto, è studiato e curato nei minimi dettagli. E questo è possibile solo grazie all’esperienza della sua regista, alla bravura e alla personalità di attori come Massimo Dapporto, Antonello Fassari e Susanna Marcomeni, all’affascinante complessità delle scene di Margherita Palli e all’armonia che le musiche di Alessandro Nidi conferiscono a tutta l’opera.

La storia racconta di un uomo che una mattina si ritrova nel letto un perfetto sconosciuto: entrambi si svegliano con le mani sporche, le tasche piene di carbone e una gran sete. Gli uomini cercano piano piano di ricostruire quanto accaduto nella notte precedente e l’unica cosa di cui sono certi è di aver partecipato ad una festa di ex allievi del liceo. Dopo aver lasciato il raduno, il vuoto totale. Da un giornale vengono a sapere della morte di una giovane carbonaia avvenuta nella notte del mistero. Tra una serie di equivoci, malintesi e coincidenze sembra esser possibile che i due uomini siano i colpevoli del terribile omicidio. Eugène Marin Labiche, da gran drammaturgo, riesce a creare una situazione paradossale, quasi beckettiana. Uno spettacolo leggero e divertente, ma allo stesso tempo profondo. Una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita.

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