Una mostra originale e profonda dove Emanuela Bianconi, fotografa, e Elena Casanova, pittrice e scultrice, finalmente s’incontrano in un viaggio di ritorno: “Nostos, ritorno“, è infatti il filo conduttore di un allestimento che si rifà ai miti dell’antica Grecia, rivisitati attraverso affascinanti linguaggi contemporanei che interagiscono mirabilmente tra loro.
La mostra sarà inaugurata sabato 27 luglio, alle 19, alla galleria Spaziografico, in via Goldoni, a Massa Marittima, e sarà visitabile fino a domenica 11 agosto, tutti i giorni dalle 18 alle 20 e dalle 21 alle 23.
“‘Nostos, ritorno’ può essere considerata una rievocazione in chiave contemporanea del ritorno a casa degli eroi greci… Nello spazio espositivo della galleria si realizza un progetto artistico colto, aperto e anche coraggioso, pensato da Emanuela Bianconi e Elena Casanova – spiega il curatore della mostra Gian Paolo Bonesini -. Colpito dalla profondità e preziosità di questo progetto, diventava per me imperdibile e anche necessario, non solo per il forte impatto visivo espresso con la diversificazione dei linguaggi, ma anche per la potenziale capacità di risuonare in ognuno di noi. Così è nata la mostra… due artiste che s’incontrano, uno spazio dove raccogliere e dare forma ai loro pensieri e ai loro vissuti. Due microcosmi di ritorno da un viaggio alle radici della propria umanità… tra loro nasce un dialogo che genera l’evento, forma della libertà di cui proprio il Nostos le aveva rese consapevoli“.
“Nelle opere di Emanuela Bianconi si legge grande sensibilità e profondità intellettuale. Sono fotografie psico-logiche che lasciano trasparire silenzio… attese… suggestioni…La sovrapposizione d’immagini mette in evidenza situazioni e momenti assai diversi, arrivando a una composizione che riesce a condurci nella profondità culturale della Grecia, il luogo dell’archetipo dove sono state scattate. Pittrice, scultrice… Elena Casanova è artista eclettica che lavora tra il dentro e il fuori di sé, sull’identità, il tempo, la natura…. che crea ascoltando racconti di epoche lontane. Dialoga con il tempo utilizzando materiali poveri e dà a essi nuova vita con sculture leggere e simboliche, con segni nervosi che ricercano la semplicità, portando la composizione al minimo plastico. Occorre scendere nel profondo per capire la potenza della sua opera – termina Bonesini -. La mostra è realizzata con un allestimento particolare, pensato proprio per creare autentica sintonia con le opere esposte… ecco perché merita di essere ‘letta’ con attenzione e sensibilità”.