Sabato 15 giugno, alle 18, alla galleria Spaziografico, in via Goldoni 18, a Massa Marittima, sarà inaugurata la mostra “Percorsi paralleli“.
Tre artisti di Casole d’Elsa espongono a Massa Marittima, una produttiva collaborazione che vuole far conoscere realtà diverse e stimolanti.
Paolo Morandi è scultore, Anna Morandi è pittrice, Mario Mancini lavora con la poesia visiva: un mix veramente interessante, da non perdere.
“‘Percorsi paralleli’ è una mostra che rappresenta anche un sodalizio artistico nato nella splendida realtà di Casole d’Elsa: due fratelli, Anna e Paolo, che insieme al cognato Mario presentano al pubblico le loro opere, così diverse fra loro, comunque uniti da un forte legame creativo – spiega il curatore della mostra, Gian Paolo Bonesini -. Già il titolo esprime questo spirito: la crescita di ciascuno nella propria autonomia, nella propria visione del modo e nella scelta della forma espressiva più coerente, insieme al desiderio di porsi in sintonia con gli altri, di farsi ammirare pur nella diversità“.
“Vediamoli uno per uno – continua Bonesini -. Paolo Morandi porta con sé una storia di affermato scultore, così che una sua grande opera in marmo, inaugurata da Philippe Daverio, può essere ammirata a Casole d’Elsa in Piazza del Comune: un sincero riconoscimento da parte della sua città. Alla ricerca di un continuo miglioramento, mai soddisfatto di se stesso, esprime la sua interiorità modellando e scolpendo qualsiasi materia: pietra, legno, ferro. I suoi lavori sono ricchi di pathos, sono espressione di sensibilità e vitalità difficilmente reprimibili; nello stesso tempo, con una scelta davvero ampia di soggetti, risultano originali ed estremamente curati nei dettagli.
Anna Morandi, a differenza del fratello, si è sempre dedicata alla pittura, approfondendone con gli anni le tecniche e i linguaggi. Dopo un amore durato un decennio per il surrealismo, in particolare per Dalì e Magritte, è passata a esprimere la figura femminile nelle sue mille sfaccettature, attraverso una profonda ricerca di significato. Ecco che allora, nella rappresentazione dei personaggi, tutto diventa più diretto e leggibile: i sentimenti, i gesti, i contesti talvolta inquietanti che fanno da sfondo alla donna che nel quadro sembra raccontare qualcosa: il suo vissuto, la sua esperienza di vita, la sua inquietudine profonda.
Mario Mancini è un raffinato elaboratore della poesia visiva che richiama l’ultimo periodo dadaista, con forti presenze simboliche, leggibili anche nelle installazioni. Nei suoi lavori troviamo frasi e parole, con aggiunte di colore che richiamano l’attenzione, e inserimenti di materiali insoliti, comunque ben equilibrati nello spazio minimalista della tavola. Non lasciamoci ingannare dalla semplicità dell’insieme: sicuramente nel fondo restano sottese sottili presenze, una personale simbologia e soprattutto un’espressione emozionale cui l’opera dà forma“.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 28 giugno, dalle 16.00 alle 19.00, o su appuntamento.