Venerdì 8 marzo, alle 18, nella sala “Mirto Marraccini” di Banca Tema in corso Carducci 14, a Grosseto, la presentazione del libro “La mafia dei pascoli” di Giuseppe Antoci e Nuccio Anselmo, con la prefazione di Gian Antonio Stella ed edito dalla casa editrice Rubbettino.
Antoci è stato presidente del Parco dei Nebrodi dal 2013 al 2018. Per il suo impegno civile e la sua lotta alla mafia, Andrea Camilleri lo ha definito “un eroe dei nostri tempi” e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha insignito dell’Onoreficenza di Ufficiale al Merito della Repubblica italiana. Tra i molteplici premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali, il “Financial Times”, nel novembre 2018, dedica alla lotta alla mafia e alla storia di Antoci la prima pagina e la copertina del magazine allegato.
La serata vedrà la presenza, oltre che dell’autore Giuseppe Antoci, anche del Questore di Grosseto, Domenico Ponziani, del presidente nazionale di Federparchi, Giampiero Sammuri, il tutto moderato dalla giornalista Francesca Ciardiello. Sarà presente anche il Prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco.
“«Currìti! Currìti! Piccioli europei pi ttutti!» – così, nella sua prefazione al libro, scrive Gian Antonio Stella. Per decenni è stato questo l’incitamento diffuso in Sicilia con lo spirito dei mercanti in fiera di una volta che sbandieravano tra i banchi di verdura e di vestiti gli imperdibili affaroni a portata di mano di ogni cliente: «Correte! Correte! Soldi europei per tutti!»
Un andazzo stupefacente e vergognoso. Che poche denunce spiegano con la chiarezza di questo libro di Nuccio Anselmo e Giuseppe Antoci, “La mafia dei pascoli,” che ricostruisce la storia dell’evoluzione di questa “antica mafia” dal nome agropastorale, magari capace di gesti di feroce brutalità, ma per affari economicamente minori. Mafia che, grazie appunto ai “piccioli europei”, avrebbe intascato negli ultimi dieci anni un “bottino immenso”, continua Stella.
“Non è stato facile – dichiara Antoci – ripercorrere questa esperienza. Oggi lascio in queste righe e al racconto ad Anselmo un pezzo della mia vita, ma anche un pezzo del mio cuore, qualche intimità, qualche amarezza, qualche paura”.
I diritti riservati agli autori sono stati dagli stessi destinati all’associazione “Quarto Savona 15”, che prende spunto dal nome in codice dell’auto blindata fatta saltare in aria a Capaci il 23 maggio 1992 durante la strage che uccise Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta.
L’associazione nasce dall’iniziativa di Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta di Giovanni Falcone. L’obiettivo è quello di mantenere viva la memoria della strage di Capaci del 1992, “trasformando il dolore in azioni concrete”.