Giovedì 19 luglio, alle 21.30, al Cassero di Grosseto, all’interno del festival di fotografia Grofest, si terrà la presentazione del libro “Time Lag” di Patrizia Bonanzinga, con la speciale partecipazione del giornalista Flavio Fusi e del fotografo Carlo Bonazza. Il volume fa parte di un progetto che include la mostra, esposta alla fortezza del Cassero, e un documentario.
Ancora sul tempo, ancora sul vissuto quotidiano, un progetto dal carattere sicuramente diverso, ma non meno interessante: la personale fotografica della fotografa nomade (nata a Bolzano, ma di origini messinesi, con un vissuto anche grossetano) Patrizia Bonanzinga, intitolata “Time Lag”. Fotografa, globe-trotter, Patrizia Bonanzinga ha lavorato in Mozambico tra il 2007 e il 2012. Dei suoi scatti e dei suoi incontri si presenta un volume che nasce da una riflessione intorno al tema del tempo e dalla percezione dei rapporti spazio-temporali, fondamentali anche in fotografia, alle diverse latitudini del pianeta. In Africa, il tempo sembra scorrere in modo circolare: ogni giornata si reitera all’interno di una stessa matrice quotidiana e sembra che nulla accada. Tuttavia, gli africani sembrano aver sviluppato un diverso modo di concepire il tempo: la durata e l’attesa sembrano essere variabili determinanti alla costruzione della cultura stessa di queste popolazioni. Ma fino a quando, si chiede Marta Dassù nella sua introduzione, potremo illuderci che gli orologi dell’Africa e dell’Europa potranno battere ad ore diverse? L’idea suggerita è quella di un momento di profonda metamorfosi, accelerata dalle innovazioni tecnologiche e dall’incremento demografico.
Senza esitazione, Patrizia Bonanzinga fotografa gli esseri umani, porta all’interno della loro stessa essenza. Conduce dentro la loro vita quotidiana, mostra il loro ambiente, il loro spazio; cattura i legami invisibili che li legano gli uni agli altri. Sono queste relazioni tra le persone che formano la trama più preziosa del suo progetto fotografico. Da Maputo all’Ilha de Mozambique, la viaggiatrice lascia vagare i propri obbiettivi rendendo delle immagini piene di calore e di tenerezza.
L’artista ha svolto il suo progetto interamente in Mozambico, un Paese in cui è approdata nel 2007, fedele alla sua tendenza al nomadismo che la distinguono da sempre. Gli esordi della sua produzione, nel settembre 2004, concludevano una ricerca di sette anni sulle miniere di carbone in Cina. Seguiva poi, nel 2009, il suo primo progetto sul Mozambico “The other kids, L’altra infanzia, A outra infância”, come supporto al programma delle Nazioni Unite “Rafforzamento della giustizia minorile nel Paese sub-equatoriale”. Le sue fotografie sono state esposte in Italia, negli Stati Uniti, in Cina, in Russia, in Polonia, in Guatemala, in Spagna, in Francia, in Portogallo, oltre che in Mozambico ed in Belgio, e fanno parte di diverse collezioni sia private che pubbliche.
Dopo la presentazione del libro la serata continua nell’area bar del Cassero dove si esibiranno Leo & Iole.
Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.grofest.it o scrivere all’indirizzo: segreteria@grolab.it.