La dottoressa Laura Cutini, biologa molto conosciuta in città, ha scritto una lettera al sindaco di Grosseto in merito alla campagna abbonamenti per la prossima stagione teatrale.
La lettera
Ecco il testo integrale della lettera:
“Egregio Sindaco del Comune di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna,
ho atteso fino al giorno del rinnovo abbonamento per la stagione teatrale prima di raccontare quanto è accaduto.
Sono abbonata da alcuni anni sia agli spettacoli del Teatro degli Industri che a quelli del Teatro Moderno, ogni anno ad inizio della stagione teatrale li confermo per regalarmi piacevoli serate e per sostenere l’impegno culturale della mia città. Sottoscrivo l’abbonamento a tutti gli spettacoli nonostante i mie frequenti impegni lavorativi fuori città mi facciano assentare da alcuni di questi.
Anche quest’anno ero pronta, dopo lettura del cartellone proposto, a ripetere la mia adesione come abbonata, ma all’atto della conferma mi viene comunicato che il mio posto in fila 11 al Teatro Moderno non è più disponibile. Dopo un primo momento di perplessità chiedo la motivazione di questa decisione e mi viene risposto che tutti e quindici i posti della fila 11 sono stati opzionati e a disposizione delle autorità. Rifletto un attimo e mi ricordo che alle ‘autorità’ vengono riservati posti nelle prime file, mi chiedo: ‘quindici posti in fila 11, chissà se vengono mantenuti anche i posti in prima fila?’…un teatro colmo di autorità.
Non è un diritto negato, so perfettamente che la poltrona che avevo scelto in abbonamento ha soltanto la prelazione del mantenimento se confermata negli anni successivi, ma un numero così elevato di ‘poltrone riservate’ è giustificato in occasioni istituzionali o di commemorazione; la disponibilità di posti per tutta la stagione teatrale, sostenuta economicamente anche dagli abbonati, mi sembra un grande impegno.
Signor Sindaco non sarebbe stato corretto dedicare un breve incontro alle persone interessate per comunicare quanto era stato deciso? Mi sono state offerte altre soluzioni, forse anche migliori, ma non era quello che volevo, le ho ritenute non giustificative di un modo inopportuno e istituzionalmente sconsiderato come quello di destinare posti alle autorità esercitando un mero potere autoritario”.