Home Colline Metallifere L’Uomo di Neanderthal viveva in Maremma: la conferma dagli scavi a Roccastrada

L’Uomo di Neanderthal viveva in Maremma: la conferma dagli scavi a Roccastrada

di Redazione
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L’Uomo di Neanderthal viveva anche sul territorio di Roccastrada e, più precisamente, nella zona de La Pietra, la grande cava preistorica sulle sponde del torrente Farma, vicino a Torniella, che fa parte del Parco tecnologico archeologico delle Colline Metallifere Grossetane ed è inserita all’interno dell’omonima riserva naturale. A confermarlo sono le ricerche concluse pochi giorni fa dall’Unità di ricerca di preistoria e antropologia dell’Università di Siena, con il Dipartimento di Scienze fisiche della terra e dell’ambiente, che hanno coinvolto alcuni studenti provenienti dall’Università di Genova e contato sul supporto logistico del Comune di Roccastrada.

La Pietra – afferma Emiliano Rabazzi, assessore alla cultura di Roccastrada – è un luogo importante per la nostra storia più antica e un patrimonio da valorizzare per riscoprire e far conoscere le origini della nostra comunità e la sua evoluzione. Le ricerche condotte dall’Unità di ricerca di preistoria e antropologia dell’Università di Siena hanno portato alla luce le tracce più antiche di utilizzo di questo sito come luogo di approvvigionamento del diaspro, la tipica roccia silicea del luogo, e contribuito a ricostruire la presenza dell’Uomo di Neaderthal nella nostra area. Ringrazio Sem Scaramucci, che ha diretto la ricerca, e Adriana Moroni, dell’Unità di ricerca di preistoria e antropologia dell’Università di Siena, che lo ha affiancato in uno studio molto interessante e che potrebbe proseguire con altre fasi, puntando a rendere La Pietra un altro elemento di promozione territoriale e di riscoperta e valorizzazione della nostra storia più antica“.

Il sito de La Pietra è noto per la presenza di una grande cava e officina risalente all’Età del rame, circa 5.000 anni fa, che serviva a selezionare il diaspro di migliore qualità da lavorare sul posto, attraverso la scheggiatura, per ottenere semilavorati da trasformare in raffinate punte di freccia e di giavellotto, con una lavorazione più minuziosa che veniva fatta altrove. Le ricerche condotte dall’Unità di ricerca dell’Ateneo senese hanno portato alla luce anche un accumulo di schegge nello strato più basso dello scavo, che ha confermato la presenza del Neanderthal in un periodo precedente ai 40 mila anni fa – Paleolitico medio – in un contesto archeologico rimasto, in alcuni punti, intatto. L’attribuzione al Neaderthal, in mancanza di una datazione assoluta sul sedimento contenente i reperti, è stata possibile proprio grazie al riconoscimento dell’inconfondibile processo di lavorazione della pietra messo in atto dalle popolazioni del Paleolitico medio, anche se la materia prima del sito è stata utilizzata anche in periodi più antichi da cacciatori-raccoglitori nomadi del Paleolitico per fabbricare strumenti di uso quotidiano e armi per la caccia.

Le ricerche sono iniziate la scorsa primavera e sono state compiute grazie alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Siena, Arezzo e Grosseto, con il sostegno dei Carabinieri Forestali, del Parco delle Colline metallifere grossetane, della Regione Toscana, del Comune di Roccastrada e della Società filarmonica popolare di Torniella. Le ricerche, inoltre, sono state sostenute da aziende del territorio grossetano, quali Diacron International ed Eurit s.r.l. A suscitare crescente interesse, anche internazionale, su La Pietra è stata la pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale di scienze geologiche “Proceedings of the Geologists’ Association”, di un articolo in cui il sito sul territorio roccastradino è stata inserita tra i cinque esempi italiani e russi di luoghi dove il valore storico-archeologico e quello geologico si sposano, offrendo potenzialità uniche dal punto di vista della conoscenza sulle antiche popolazioni umane.

Nella foto: Emiliano Rabazzi, Sem Scaramucci e Adriana Moroni

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