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“Anime sospese”: presentato il libro di Clelia Pettini su migranti e operatori

di Roberto Lottini
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Una raccolta di storie per narrare l’esodo dei nuovi migranti: è “Anime sospese“, il libro della giornalista grossetana Clelia Pettini che non osa dare spiegazioni al fenomeno epocale che stiamo vivendo, ma cerca, attraverso la voce di alcuni dei protagonisti. di raccontare gli aspetti di un evento che modificherà profondamente la nostra idea del mondo.

Attraverso le vicende dei migranti e degli operatori che li accolgono a Grosseto, “Anime sospese” prova  a mettere in evidenza le luci e le ombre di un modello di accoglienza.

Questo pomeriggio si è svolta la presentazione del libro, edito da Effigi.

Insieme all’autrice, all’appuntamento sono intervenuti Flavio Fusi, giornalisti ed inviato di Rai Tre, il vescovo di Grosseto, monsignor Rodolfo Cetoloni, Fabrizio Boldrini, direttore del Coeso – Società della Salute, e l’editore Mario Papalini.

Questo libro è nato da se – ha spiegato Clelia Pettini -. Nel mio lavoro (responsabile della comunicazione del Coeso, ndr), ho incontrato numerosi migranti e operatori. La curiosità, che è insita in me e che fa parte del mio mestiere, mi ha spinto a fare domande e ad intervistare queste persone. ‘Anime sospese’ porta alla luce tanti aspetti che la gente comune non conosce: ci sono profughi forzati ed altri che sono grati all’Italia per averli accolti e che vogliono rendersi utili con il nostro Paese per ricambiare l’ospitalità. Il mio desiderio più grande è che questo libro arrivi anche a chi non giudica di buon grado la presenza degli immigrati nel nostro territorio, in modo tale che possa cambiare la sua mancanza di predisposizione all’accoglienza“.

“Le anime sospese che danno il titolo al libro – ha spiegato Clelia Pettini sono le nostre, perchè tutti dobbiamo metterci in gioco in questa importante fase storica per accettare la convivenza con i migranti, ma sono anche quelle dei profughi stessi, perchè la loro esistenza sta attraversando una sorta di limbo in attesa che la loro richiesta di asilo venga accolta dopo un lungo iter burocratico da percorrere. Con questo libro ho voluto fotografare uno spaccato del fenomeno dell’immigrazione in Maremma senza la pretesa di dare risposte esaustive al fenomeno“.

Perchè dobbiamo erigere muri se poi la storia inevitabilmente li abbatte – si è domandato Fabrizio Boldrini -?. In questi due anni ho visto persone disperate ed impaurite, ma ho avuto modo di conoscere anche grossetani timorosi di stringere rapporti con i migranti. La prima reazione per rompere i muri è la capacità di ascoltare e i nostri operatori svolgono questa attività quotidianamente. Ormai dobbiamo renderci conto che l’immigrazione fa parte del nostro mondo perchè rientra nella logica della globalizzazione. Io credo che i migranti siano un dono di Dio: la nostra società sta invecchiando e quindi Grosseto ha bisogno di incontrarsi con gli altri. Ringrazio Clelia non solo per questo libro, ma anche perchè è una lavoratrice capace ed instancabile“.

Fin dal mio arrivo a Grosseto, ho trovato una grande disponibilità all’accoglienza – ha sottolineato il vescovo Rodolfo, anche se il fenomeno dell’immigrazione ha sconvolto il capoluogo maremmano.  In questo libro, spesso gli operatori confessano di essersi trovati impreparati all’arrivo dei migranti. ma la città deve comprendere che ha ricevuto il dono della provocazione per sentirsi impegnata e per imparare qualcosa da questa situazione. Clelia è stata brava a mettere il lettore in contatto diretto con queste persone arrivate da Paesi e culture differenti. Anche la stessa immagine di copertina è molto significativa: quelli occhi che guardano ci spingono a contraccambiare con fiducia quello sguardo“.

“Il titolo del libro parla di anime – ha concluso il vescovo -: ecco, il mondo deve riscoprire le anime, intese come persone, altrimenti siamo costretti a vivere nell’odio e nella paura. E’ importante parlare di queste persone per abbattere i nostri timori: è necessario un risveglio di umanità“.

Il libro parla di uomini che cercano di essere liberi – ha aggiunto il giornalista Flavio Fusi. Nel mondo ci sono 60 milioni di profughi e Clelia è stata abile a tradurre i numeri in persone, oltre a far parlare in prima persona i migranti e gli operatori che li accolgono“.

“Il libro è il mezzo di comunicazione più antico e ancora oggi è un contenitore di grande intensità – ha spiegato l’editore Mario Papalini -. Il contenuto di ‘Anime sospese’ è tremendamente attuale: ormai l’immigrazione non è più un’emergenza ed occorre imparare a convivere con questo fenomeno. Le storie raccolte in questo libro sottolineano una realtà concreta della nostra società“.

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