Andrea Camilleri in persona svela i segreti psicologici e le genesi letteraria dei suoi personaggi.
Succederà lunedì 17 agosto, alle 17.30 nella sala del Popolo di Santa Fiora, con “Nel segno di Camilleri. Dal romanzo alla narrazione psicologica”.
L’incontro pubblico, organizzato dal Comune di Santa Fiora, è condotto dal professor Giuseppe Fabiano e vi parteciperanno anche il sindaco Federico Balocchi, il professor Ennio Sensi, Isabella Dessalvi, assessore comunale al turismo, e il consigliere comunale Luciano Luciani.
Giuseppe Fabiano, psicologo psicoterapeuta, docente alla Sapienza, ha analizzato alcuni romanzi di Camilleri – nel dettaglio, “La presa di Macallè”, “Il casellante” e “L’età del dubbio” – per lo studio del passaggio dalla narrazione all’indagine psicopatologica e psicodiagnostica.
Nel corso dell’evento, video e letture di brani tratti dalle opere di Camilleri che, dallo scorso ottobre, è cittadino onorario di Santa Fiora.
Andrea Camilleri
Andrea Camilleri è uno tra gli scrittori italiani non solo più letti, ma anche più “visti”: alla serie televisiva dedicata al commissario Montalbano, il personaggio più noto prodotto dalla penna di Camilleri, vanno anche sommate quelle dedicate al commissario Maigret e al tenente Sheridan, delle quali Camilleri è stato sceneggiatore e regista.
I suoi romanzi, poi, sono da anni oggetto di studio multidisciplinare: quelli antropologici sulla sicilianità come metafora più ampia dell’italianità, o quelli sulla cultura materiale del buon vino, della buona tavola e dello sport. Fino a quelli sulla lingua di Camilleri: l’uso del dialetto come strumento identitario e introduttivo al mondo che viene narrato.
“Da tempo mi giungono notizie sull’uso, diciamo così non letterario, dei miei romanzi – racconta Camilleri –. A titolo di curiosità, mi piace segnalare un caso recente: una dottoressa che da tempo si occupa del disturbo ossessivo compulsivo, ha da un anno una paziente trentacinquenne, che chiameremo Giorgia, nella quale il disturbo è insorto a 24 anni, mentre stava preparando la tesi di laurea in Lingue, impedendole di portarla a termine per l’impossibilità di leggere i testi che doveva consultare. Un giorno Giorgia si è presentata raggiante in studio comunicandole che, dopo un decennio di tentativi a vuoto, era riuscita a leggere speditamente ‘La caccia al tesoro’, un mio romanzo con Montalbano“.
“La dottoressa si è chiesta se la scomparsa del disturbo fosse dovuta alla particolare attenzione che richiede la comprensione della mia scrittura o alla trama poliziesca. Le ha dato da leggere un romanzo poliziesco spagnolo in lingua originale, sullo spagnolo era infatti incentrata la tesi che Giorgia avrebbe dovuto portare a termine, ma il disturbo si è ripresentato – continua Camilleri –. Allora la dottoressa le ha consigliato di leggere un altro mio romanzo completamente diverso dal primo, ‘Maruzza Musumeci’. Ebbene, Giorgia lo ha letto tutto da cima a fondo. La dottoressa sta cercando di generalizzare questa esperienza con altri pazienti. Spero abbia successo, se non altro i miei libri saranno serviti a qualcosa“.