Grosseto. La Polizia di Viterbo e Grosseto ha eseguito, lo scorso fine settimana, 4 misure cautelari dell’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia Giudiziaria emesse nei confronti di altrettante persone resesi responsabili dei reati di ricettazione di autovetture, falso e favoreggiamento.
Le indagini
Gli agenti delle sezioni della Polizia Stradale di Viterbo e Grosseto hanno così concluso un’articolata attività investigativa iniziata la scorsa estate, quando i poliziotti, su segnalazione dei colleghi di Agrigento, avevano sequestrato un’auto di grossa cilindrata risultata “clonata” e nazionalizzata alla Motorizzazione Civile della cittadina siciliana.
Il prosieguo dell’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Viterbo, ha poi consentito di sequestrare ulteriori mezzi e documentazione falsa e intercettare un flusso di autoveicoli di provenienza illecita che, dalla Sicilia attraverso intestazioni fittizie a società di prestanome, venivano rivenduti nel capoluogo viterbese attraverso concessionari auto o tramite siti web specializzati, oppure vi transitavano, per poi essere esportati nei Paesi dell’Est europeo.
Gli agenti, grazie a un paziente e capillare lavoro, hanno ricostruito la filiera di taroccamento di ogni singolo veicolo, e, malgrado fossero state utilizzate tecniche particolarmente insidiose come la clonazione mediante utilizzo di documentazione estera falsa, hanno scoperchiato questo vaso di Pandora, ricostruendo anche episodi di truffa ai danni di compagnie assicurative operati mediante simulazione di sinistri stradali in realtà mai accaduti.
Nelle grinfie dei poliziotti sono caduti anche un autodemolitore della provincia di Grosseto e una concessionaria “multimarche” di Viterbo e altre tre persone, così denunciate a piede libero.
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