Lo scorso 28 novembre, la Polizia giudiziaria della Procura di Grosseto, insieme ai Carabinieri Forestali del Nipaaf di Grosseto e all’Arpat, hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Grosseto, che ha riguardato l’interruzione della linea chimico-fisica e di quella denominata biologica (quest’ultima in riferimento ai rifiuti su ruota) dell’impianto di depurazione delle acque reflue situato a Terrarossa, nel comune di Monte Argentario.
Quattro le persone indagate per i reati di inquinamento ambientale, mancata osservazione dell’autorizzazione integrata ambientale, gestione illecita di rifiuti pericolosi e non.
I controlli della Polizia giudiziaria erano già iniziati nel 2021 e avevano riguardato la gestione dell’impianto, con particolare attenzione al trattamento dei fanghi in entrata ed al loro smaltimento. Accertamenti di Polizia giudiziaria hanno permesso di appurare che i rifiuti in ingresso nell’impianto a volte non avevano le caratteristiche idonee per essere ricevuti e trattati in impianto, perchè contenenti metalli pesanti e sostanze pericolose. Inoltre, è stato accertato l’utilizzo, nel trattamento chimico-fisico, di prodotti chimici mai autorizzati dalla Regione Toscana ed in alcuni casi fuori specifica, ovvero scaduti. Gli esiti dei campionamenti hanno evidenziato il superamento del limiti; per i parametri fenoli, aldeidi, allluminio, zinco. Lo smaltimento avveniva riversando ingenti tonnellate di fanghi attivi, tramite uno scarico, nel canale denominato di “determinazione”, collegato direttamente alla laguna di Ponente di Orbetello, provocandone un significativo deterioramento.
Le persone indagate sono da considerarsi presunte innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.