Un uomo, che si spacciava per appartenente alla Guardia di Finanza, simulava l’irrogazione di sanzioni amministrative richiedendo denaro contante ai negozianti della zona.
I Finanzieri della Compagnia di Follonica, a seguito della segnalazione di alcuni esercenti e ristoratori locali, hanno immediatamente avviato gli accertamenti per risalire all’identità del sedicente finanziere. Dalle indagini effettuate un uomo, residente nel follonichese, senza esibire alcun tesserino di riconoscimento e in abiti civili, era solito presentarsi nei negozi e nei ristoranti di Follonica, millantando la propria appartenenza alla locale caserma della Guardia di Finanza.
Lo schema seguito dal truffatore era sempre lo stesso: dopo essersi presentato quale finanziere al negoziante, lo accusava di aver commesso piccole violazioni amministrative (mancata emissione di uno scontrino nei giorni precedenti). A fronte di ciò, si faceva consegnare del denaro contante, al fine di pagare, a suo dire, le marche da bollo da apporre sui verbali. Promettendo al negoziante di ritornare dopo poco per consegnargli le fantomatiche marche da bollo, il sedicente finanziere spariva nel nulla.
Immediatamente sono scattate le indagini delle Fiamme Gialle, finalizzate all’individuazione del finto “collega”, che hanno permesso, nell’arco della stessa giornata, di identificare un uomo, già gravato da numerosi precedenti penali in materia, il quale ora dovrà rispondere dei reati di truffa aggravata e usurpazione di funzioni pubbliche.
“L’attività svolta si inquadra tra i servizi svolti dal Corpo a tutela dei cittadini e delle attività economiche oneste, anche con il fine di contrastare gli illeciti che pregiudicano il buon andamento della Pubblica Amministrazione. A tal proposito, si rammentano alcune norme di attenzione – si legge in una nota della Guardia di Finanza -:
- nessun vero legittimo appartenente alle Forze dell’Ordine richiede denaro contante paventando presunti verbali e/o ‘bolli’;
- gli appartenenti alle Forze dell’Ordine hanno sempre al seguito il ‘tesserino di riconoscimento’ dell’amministrazione di appartenenza (e non solo ‘placche’ e/o portafogli con distintivi) e di norma, salvo alcuni servizi e/o situazioni particolari, non lavorano mai da soli, soprattutto se in borghese;
- in caso di reali ed effettivi dubbi connessi a comportamenti anomali, è sempre opportuno chiamare i numeri di pronto intervento (per la Guardia di Finanza, il numero 117″).
Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari e l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.