Continuano le operazioni da parte di Marevivo per il monitoraggio, la segnalazione e la rimozione di rifiuti e reti da pesca abbandonate sui fondali marini.
Nelle giornate di giovedì 24 e venerdì 25 febbraio, la Divisione subacquea di Marevivo si è immersa nelle acque delle Formiche di Grosseto, tre isolotti compresi nell’Arcipelago toscano, davanti al Parco nazionale della Maremma, per il recupero di una rete fantasma lunga circa 200 metri, posizionata su un fondale di circa 45-50 metri.
L’operazione è stata realizzata grazie al supporto del gruppo Zignago Vetro e alla collaborazione della Guardia Costiera – Corpo delle Capitanerie di Porto di Porto Santo Stefano e di Castiglione della Pescaia e dei biologi marini di Marevivo che hanno assistito alle operazioni e svolto un’attività di analisi dello stato della rete, che era adagiata su un fondale caratterizzato dalle tipiche biocenosi del coralligeno Mediterraneo.
La rete era già stata individuata lo scorso dicembre ma, a causa della sua posizione, è stata rimossa non appena le condizioni meteo marine lo hanno permesso.
Si tratta di un altro importante traguardo per la protezione dei fondali da parte della Divisione Sub di Marevivo Onlus che conduce, ogni anno dal 2003, operazioni di recupero di reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane.
Solo nel 2021 i sub di Marevivo hanno rimosso più di 4000 metri di reti, oltre a centinaia di chili di rifiuti. Lo scorso giugno, sono stati recuperati 3000 metri di reti fantasma dai fondali di San Vito Lo Capo, mentre in agosto una rete da pesca lunga 500 metri è stata rimossa dai fondali dell’Isola del Giglio.
«Le Formiche di Grosseto rappresentano un santuario della biodiversità proprio per la loro posizione strategica e per la quantità di forme di vita che popolano questi fondali – spiega Massimiliano Falleri, responsabile della Divisione subacquea di Marevivo –. Vista la particolare caratteristica dei fondali, caratterizzati da veri e propri canyon, e la lunghezza della rete, la squadra operativa di Marevivo, insieme ai subacquei della Waterproof Dive&Service di Talamone, ha programmato l’intervento con particolari attrezzature, come scooter subacquei elettrici e sistemi di immersione innovativi, come rebreather (ricircolo della miscela respiratoria). I biologi hanno prima eseguito una serie di immersioni esplorative per valutare lo stato dei fondali e gli organismi concrezionati presenti sulla rete. Nelle immediate vicinanze della rete sono state rinvenute diverse gorgonie che rischiavano di essere danneggiate dalla rete stessa, tra cui gorgonie gialle, (Eunicella cavolinii), gorgonie rosse (Paramuricea clavata), il corallo d’oro (Savalia Savaglia) e il corallo nero (Antipathella subpinnata), considerate specie rare, la bellissima stella gorgone (Astrospartus mediterraneus). Fortunatamente non sono stati necessari interventi di trapianto e riposizionamento, perché l’operazione di taglio è stata minuziosa e ha consentito di lasciare le forme di vita bentonica lì dov’erano. Durante le fasi di recupero sono stati rinvenuti diversi attrezzi da pesca abbandonati, tra cui una fiocina di 110 centimetri di lunghezza, normalmente utilizzata per la caccia di corvine, cernie e dentici.» conclude Falleri.
Le attrezzature da pesca abbandonate ogni anno sono i rifiuti maggiormente rinvenuti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: sono estremamente pericolose, sono trappole che mettono a rischio la fauna e la flora marina. I danni arrecati all’ambiente marino non si limitano all’inquinamento: una volta abbandonate, infatti, le attrezzature da pesca continuano a pescare e sono strumenti di morte, soffocano i fondali chiudendo le tane di organismi specifici come aragoste, corvine, cernie e distruggendo le forme di vita bentonica, con il risultato che ogni anno circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiono a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o ingestione dei relativi frammenti.
«La collaborazione con Marevivo ci ha fatto sentire veramente parte di qualcosa di più grande, aiutando concretamente e seguendo tutte le manovre di rimozione delle reti attraverso aggiornamenti continui – spiega Michele Pezza, Coo di Zignago Vetro Italia -. Siamo felici che il nostro sostegno sia stato fruttuoso e ringraziamo in primis l’Associazione per il suo impegno continuo nei confronti dell’ecosistema marino. Auspichiamo che questa collaborazione abbia un prosieguo nel futuro; di certo non ci sottrarremo dal dare ancora una mano».
Prezioso il contributo di CN Talamone per l’attività relativa allo smaltimento dei rifiuti.