In riferimento alle notizie apparse sulla stampa relativamente alla presenza di richiedenti asilo risultati positivi al Covid e che abitano nel centro di accoglienza piombinese “La Caravella”, in considerazione dell’indubbio coinvolgimento di Follonica, più vicina alla struttura di quanto non lo sia Piombino, seppur territorialmente ricadente nel comune vicino, il sindaco di Follonica Andrea Benini ha contattato il Prefetto di Livorno, Paolo D`Attilio, il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e il responsabile del centro di accoglienza coinvolto nella vicenda.
“Ho avuto chiarimenti e aggiornamenti sulla situazione del centro di accoglienza – dichiara il sindaco Benini – e ritengo che sia stata seguita una modalità che garantisce sicurezza sia per gli ospiti del centro affetti da Covid che per i cittadini di tutte le zone che si trovano intorno al centro che, come ben sappiamo, è talmente vicino alla nostra città da essere raggiunta quotidianamente dagli ospiti sia in bicicletta che a piedi. Ci sono 10 ospiti positivi al Covid, rilevati dopo un monitoraggio completo su tutti a seguito di una positività accertata di un immigrato che si era recato all’esterno della struttura, sembra a Livorno. Dopo questo primo caso, subito fermato, i circa 200 ospiti sono stati sottoposti a quarantena preventiva ed è stato eseguito il tampone, attraverso il quale sono risultati positivi in dieci. Il centro nel frattempo è stato chiuso con un presidio di Polizia, 24 ore su 24“.
“Tra i 10 positivi, 5 sono stati trasferiti in un albergo sanitario a Cecina, 3 in un altro albergo sanitario individuato dalla Regione Toscana a Massa, mentre una mamma e il suo bambino di tre mesi sono rimasti nel centro piombinese, in isolamento anche dagli altri ospiti – termina Benini -. Ritengo che la situazione sia sotto controllo ed è gestita con tempestività dal Comune e della Prefettura di Livorno. Come ho già avuto modo di dire in passato, al di là di questa singola specifica vicenda, comunque gestita adeguatamente, ho già espresso perplessità sul sistema Cas, ritenendo più adeguato il modello Sprar“.