Il comitato provinciale dell’Anpi, attraverso il presidente Flavio Agresti e l’assistenza legale dell’avvocato Carlo De Martis, ha depositato quest’oggi la denuncia per il danneggiamento e il vilipendio della lapide di Porta Vecchia, posta a rinnovare il ricordo dei tragici fatti legati alla Liberazione della città di Grosseto nel giugno del 1944.
“Nell’attesa di conoscere i risultati delle indagini attualmente in corso, nonché la qualificazione giuridica che la Procura della Repubblica riterrà di attribuire ai fatti avvenuti, i reati denunciati dall’Associazione nazionale Partigiani d’Italia riguardano in primis il vilipendio, previsto e punito dall’art. 290, comma 2 del Codice penale, reso evidente anche dallo sfregio alla lapide volto ad oltraggiare quanti parteciparono alla guerra di Liberazione, oggetto anche di tutela penale come previsto dall’ordinamento giuridico nei confronti delle istituzioni repubblicane – si legge in un comunicato dell’Anpi -. L’Anpi ha ritenuto inoltre configurabili l’ipotesi criminosa di danneggiamento, prevista dall’art. 635 del Codice penale, che ha il fine tra l’altro di tutelare i beni di interesse storico quale è la lapide, oltre che gli immobili nei centri storici, nonché il reato di cui all’art. 424 del Codice penale, che punisce chi appicca il fuoco ad un bene altrui allo scopo di danneggiarlo“.
“Con la propria denuncia l’Anpi ha voluto dichiarare pubblicamente di voler intervenire nel procedimento penale nella sua qualità di persona offesa dai gravissimi fatti del 19 luglio, riservandosi di costituirsi parte civile nel processo essendo l’Associazione nazionale Partigiani d’Italia istituzionalmente deputata a rappresentare e tutelare la storia e i valori della Resistenza antifascista – termina la nota – che restituì libertà e dignità al nostra Paese“.