Ieri mattina, la Corte di Appello di Genova ha respinto la richiesta di revisione presentata da Francesco Innocenti, condannato all’ergastolo per l’omicidio del commercialista Ausonio Coli, avvenuto l’8 maggio 2004.
Innocenti, difeso dall’avvocato Stefano Giorgio di Roma, nei mesi scorsi aveva presentato un’istanza con cui veniva chiesta una perizia informatica che accertasse che il computer di Coli avesse lavorato almeno fino alle ore 13:48, orario ritenuto incompatibile con la presenza di Innocenti all’interno dello studio professionale, come si deduceva dalla circostanza che il telefono del medesimo, pochi minuti prima, aveva agganciato una cella distante dal luogo in cui si era consumato l’omicidio.
La Corte di Appello di Genova, competente per le istanze di revisione delle decisioni dei giudici toscani, aveva riaperto il processo disponendo una perizia informatica per accertare se le modifiche ad un file, ritrovato all’interno del computer di Coli, presupponessero una interazione umana. Il perito, dottor Epifani, dopo un approfondito esame, esposto in 150 pagine circa di relazione, ha spiegato che l’ultima azione umana certa sul computer del professionista doveva essere individuata nell’apertura di un file delle ore 12:28. Dopo di che nessuno aveva operato su quel computer, fino a quando non è intervenuta la polizia giudiziaria per i rilievi del caso.
Il Dottor Epifani ha evidenziato come alcuni dei file che riportavano modifiche datate 8 marzo 2004 (cioè il giorno dell’omicidio), sui cui le due sentenze del giudizio ordinari potevano aver lasciato qualche dubbio, in realtà erano state realizzate mesi prima (precisamente il 6 giugno 2003). Tale evenienza era dovuta alla circostanza che il computer, per un periodo, aveva subito un cambio di data che ha portato ad uno sfasamento delle date. Ci sono infatti date successive al giorno dell’omicidio.
La Corte di Appello, preso atto delle conclusioni dell’esperto informatico che non lasciava spazio ad alcun dubbio, ha respinto ulteriori richieste di prova della difesa Innocenti (chiedeva di sentire una teste) e ha confermato la sentenza di condanna all’ergastolo. Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Marco Fanti e Riccardo Lottini.