Home GrossetoCronaca Grosseto Rapinarono una gioielleria e fuggirono con il bottino: arrestate tre persone

Rapinarono una gioielleria e fuggirono con il bottino: arrestate tre persone

di Redazione
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I Carabinieri della Compagnia di Follonica, nei giorni scorsi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo maremmano, nei confronti di tre persone in relazione ai reati di rapina aggravata dall’uso di una pistola, furto aggravato e ricettazione.

Si tratta di un uomo di 44 anni, originario di Napoli, finito in carcere per i reati di rapina aggravata dall’uso dell’arma e di furto aggravato di un’auto; di una donna di 29 anni, originaria di Bari, finita agli arresti domiciliari per i reati di rapina aggravata dall’uso dell’arma e di furto aggravato di un’auto; di un’altra donna di 29 anni, originaria di Piombino, agli arresti domiciliari per ricettazione.

La rapina era stata messa in atto il 22 marzo scorso, alle 19 circa, ai danni della gioielleria Malucchi di Follonica, da quattro persone (tre uomini e una donna), dei quali un uomo e una donna sono tra gli attuali tre arrestati.

In quella circostanza i banditi, dopo essersi introdotti nel negozio fingendosi clienti, hanno dapprima minacciato il titolare con una pistola e, quindi, lo hanno immobilizzato nel retrobottega, legandolo con nastro adesivo. Quindi, dopo essersi assicurati che il locale fosse privo di videosorveglianza, si sono impossessati di gioielli in oro e argento e poi sono fuggiti.

Le prime indagini dei Carabinieri hanno subito consentito di individuare alcuni canali di smercio della refurtiva, tra cui anche dei compro-oro, in particolare uno di Follonica in cui, il giorno successivo alla rapina, i due pregiudicati, l’uomo di 44 anni e la donna di 29 anni originaria di Bari,  di si erano recati, in successione tra loro, per tentare di vendere alcuni dei gioielli provento della rapina.

Ulteriori approfondimenti investigativi hanno, poi, documentato altre cessioni della refurtiva effettuate dagli autori della rapina, tese a monetizzarne il provento, per il successivo acquisto di droga. Gli autori della rapina sono, infatti, abituali consumatori di cocaina. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali sono emersi i vari tentativi di cessione della refurtiva: dall’intercettazione ambientale, in particolare, è risultato addirittura che i rapinatori avevano tentato di cedere la merce direttamente ad uno spacciatore nordafricano da cui si rifornivano (non identificato), in cambio della droga.

Responsabile del solo reato di ricettazione è risultata invece essere la donna di 29 anni originaria di Piombino, tossicodipendente, anch’essa arrestata, che, in più occasioni, ha ricevuto e rivenduto o tentato di rivendere (per conto degli indagati) parte dei gioielli trafugati, ricavandone in cambio denaro e droga.

Il primo riscontro investigativo è costituito dal fatto che i monili venduti o comunque offerti in vendita da parte dei rapinatori in questione ai titolari dei negozi di “compro oro” (e da questi fotografati) sono stati riconosciuti dal titolare della gioielleria rapinata.

Ulteriore importante riscontro investigativo è rappresentato, inoltre, dal ritrovamento, da parte dei Carabinieri, sotto casa dell’uomo e della donna originaria di Bari, di una Panda rubata a Gavorrano, poche ore prima della rapina (come documentato anche da videoriprese di telecamere esistenti in zona), verosimilmente utilizzata dalla banda per assicurarsi la fuga (come dimostra il ritrovamento di alcuni piccoli monili in oro, con ancora attaccata la targhetta della gioielleria rapinata, evidentemente sfuggiti al controllo dai rapinatori durante le fasi concitate della fuga successive alla rapina e rinvenuti, a seguito di un’accurata ispezione da parte dei militari, nella parte reclinabile dei sedili).

L’uomo, destinatario della misura cautelare in carcere, e la donna di 29 anni originaria di Bari (agli arresti domiciliari) dovranno essere chiamati a rispondere di rapina aggravata in concorso e di furto aggravato dell’auto con la quale i due si sono recati sul luogo della rapina, mentre la donna di 29 anni originaria di Piombino., anche lei ai domiciliari, dovrà rispondere soltanto di ricettazione aggravata.

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