Ieri mattina, i Carabinieri di Pescia Romana e quelli della Compagnia di Tuscania, coadiuvati dalle Compagnie dei Carabinieri di Grosseto e Orbetello, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura del capoluogo maremmano, nei confronti di sei uomini: 5 marocchini di 38, 32, 30, 30 e 36 anni, per i quali è stata disposta un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, e un italiano nato ad Orbetello di 38 anni, finito agli arresti domiciliari.
Tutti e sei sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio di droga.
I provvedimenti rappresentano la conclusione di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Grosseto e condotta dai Carabinieri della Stazione di Pescia Romana, coadiuvati dal Norm della Compagnia di Tuscania,
L’operazione di costituisce un importante risultato nel contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, in quanto disarticola l’illecita attività di vendita di cocaina e hashish posta in essere, in modo continuativo, dagli indagati nel vasto ambito dei comuni della costa viterbese e della parte sud della costa grossetana, nonchè dell’Argentario.
La complessa attività di indagine, avviata fin dal luglio del 2016, ha avuto origine dagli accertamenti compiuti dai Carabinieri di Pescia Romana nei confronti di uno spacciatore locale, grazie ai quali è stata inizialmente individuata, all’interno del bosco di Orbetello, una florida piazza di spaccio gestita da tre marocchini e frequentata da molti giovani assuntori, alcuni dei quali, peraltro, già noti ai Carabinieri.
Le indagini, attraverso appostamenti ed intercettazioni (il cui contenuto era stato di volta in volta confermato da sequestri di droga), erano poi culminate nell’arresto di quattro persone con flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di 40 grammi di cocaina. In quella occasione, erano stati arrestati tre marocchini e un italiano, che prestava assistenza ai primi tre fornendo loro cibo e vettovaglie, al fine di garantire il prolungarsi della loro permanenza nel bosco, e, quindi, la prosecuzione ininterrotta dello spaccio di droga.
Gli indizi acquisiti, fra cui l’analisi degli spostamenti di alcuni uomini provenienti da Montalto di Castro, che frequentavano il bosco per comprare la droga e rivenderla, hanno consentito, poi, la prosecuzione delle indagini e l’individuazione di numerose altri luoghi di spaccio. Questi, di fatto, hanno rappresentato un importante punto di riferimento per l’acquisto di droga su tutta la costa viterbese e grossetana.
L’avvio delle intercettazioni telefoniche nei confronti di vari uomini italiani e marocchini, che gravitavano principalmente tra Pescia Romana, Capalbio ed Orbetello, ma anche nelle province di Torino, Lucca, Pistoia, Livorno e Massa Carrara, hanno infine consentito di individuare ben sei distinte piazze di spaccio identiche a quella esistente nel bosco di Orbetello, tutte gestite da magrebini e collocate all’interno dei boschi, luoghi accuratamente scelti per preservare l’attività di spaccio da eventuali controlli delle forze dell’ordine.
In particolare, si è potuto accertare che, una volta creata la piazza dello spaccio all’interno di un bosco, essa veniva poi “pubblicizzata” dagli spacciatori con l’invio di messaggi agli acquirenti più assidui, attraverso utenze dedicate e sostituite ogni 15/20 giorni, per evitarne l’individuazione. La notizia, poi, si diffondeva attraverso una sorta di passaparola fra i consumatori di droga.
Le investigazioni svolte dai Carabinieri hanno consentito inoltre di determinare le modalità di rifornimento delle varie piazze di spaccio, per lo più attraverso corrieri che, soprattutto in orario notturno, previ accordi telefonici, partivano dalla provincia di Lucca per recapitare la droga direttamente all’interno dei boschi. Varie erano anche le modalità con le quali veniva organizzato il trasporto della droga, che in alcune occasioni veniva nascosta addirittura all’interno di frutta e verdura.
Inoltre, i tempi e le modalità degli acquisti di droga venivano fissati direttamente con gli assuntori, i quali, dopo aver preannunciato il loro arrivo, si fermavano al limite del bosco e attendevano il proprio turno, proprio come in un “Drive In“, circostanza che poi ha dato il nome all’operazione.
Nel corso delle indagini, sono state arrestate in occasioni diverse, ben nove persone colte in flagranza di reato; in particolare, sono stati arrestati, di volta in volta, tutti i corrieri della droga che veniva recapitata nei boschi, con il sequestro di 400 grammi di cocaina e di 200 grammi di hashish.
Il volume di spaccio gestito dai pusher è stato quantificato in circa mezzo chilo di cocaina e in un chilo di hashish alla settimana, per un valore complessivo stimato in 50mila euro.
Quanto accertato è stato compendiato, da parte dei carabinieri, in un’apposita informativa sulla base della quale la Procura della Repubblica ha iscritto 31 persone nel registro degli indagati e ha formulato, nei confronti di alcuni di loro, richiesta di applicazione di misure cautelari personali.
Il Gip del Tribunale di Grosseto, accogliendo in parte la richiesta della Procura, ha emesso un’ordinanza cautelare personale nei confronti di undici uomini.
L’esecuzione dei provvedimenti è avvenuta contestualmente alle perquisizioni domiciliari disposte dalla Procura della Repubblica di Grosseto nei confronti delle persone colpite da ordinanza cautelare, nonchè di ulteriori 21 indagati.
Nel complesso, sono stati impiegati nell’esecuzione di tutti i provvedimenti ben 80 Carabinieri dei Comandi provinciali interessati.