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Crimini e sicurezza: se ne è parlato stamani nel corso di un seminario a Palazzo Strozzi Sacrati promosso dalla Regione Toscana, con due report al centro dei lavori. Numeri e riflessioni. E a guardare i numeri, la Toscana parrebbe meno sicura di altre parti d’Italia: del sud ad esempio. Ma la conclusione rischia di essere azzardata. Il rapporto dell’Osservatorio sociale della Regione in effetti dice semplicemente che le denunce in Toscana sono più numerose che in molte altre parti, ma non è detto alla fine che i crimini siano in assoluto davvero di più. Non ovunque infatti c’è la stessa propensione a denunciare un reato subito e ce ne sono alcuni che non vengono scoperti.
Chiarito questo si può comunque dire che, in Italia come in Toscana, gli ultimi venticinque anni hanno visto una lenta, ma progressiva diminuzione dei reati registrati: solo quelli contro il patrimonio, dagli anni Novanta, sono aumentati. I numeri sono quelli dei crimini denunciati dalle forze dell’ordine alla magistratura. Dopo il picco del 1991, la Toscana ha registrato tre momenti critici, con altrettanti picchi: il primo nella seconda metà degli anni Novanta, il secondo nel 2007 e l’ultimo, più di recente, nel 2012. Da allora i delitti denunciati in Toscana sono andati calando ogni anno.
Più crimini contro il patrimonio
Negli anni Novanta il tasso di delitti in Toscana è rimasto costantemente più basso della media italiana. Poi nel 2002 la situazione si è invertita e da allora la delittuosità della regione è risultata sempre superiore. Nel 2014 si sono contati 5.057 delitti ogni centomila abitanti (in Italia erano 4.627). Nel 2015 sono scesi a 4.884, che in numeri assoluti fanno 182.870 reati denunciati nel corso di tutto l’anno nella regione. La diffusione dei reati sembra seguire la stessa geografia dello sviluppo economico e sociale: più sviluppo corrisponde ad un maggior numero di reati. L’assioma vale in particolare per i reati contro il patrimonio, ovvero furti e rapine, borseggi o truffe, più numerosi dove i redditi sono più alti.
Meno omicidi
Il report racconta anche che in Toscana sono diminuiti gli omicidi, in calo nella regione come in tutta la penisola. Dal 1991 ad oggi il livello rispetto alla media italiana è sempre rimasto più basso: nel 2015 ne sono stati contati 18 (volontari) e 54 tentati. Sono invece più frequenti in Toscana che in Italia e costantemente in crescita nel tempo le lesioni dolose: 120,5 (sempre nel 2015) per centomila abitanti, quintuplicato rispetto agli anni Novanta. Ma questo può esser letto anche come un dato positivo, frutto dei soprusi subiti tra le mure domestiche che prima non venivano denunciati ed oggi invece sì. Il numero delle violenze sessuali è stabile: 284 ancora nel 2015.
Rispetto al 2014 meno furti
Checché se ne dica, pare essersi fermati negli ultimi anni anche la crescita dei furti: nel 2015 sono stati 2.783 per centomila abitanti (erano 2.908 l’anno prima). La Toscana pare comunque meno ‘protetta’ al riguardo a confronto con l’Italia nel suo complesso: la situazione si inverte per le rapine.
Firenze, Prato e Lucca le maggiori denunce
L’ultima curiosità riguarda le differenze tra i territori: il tasso di delitti si riduce passando dal nord al sud della Toscana. Le province con i valori più alti, sia pur con differenze e diverse incidenze nella tipologia di reati, sono Firenze, Prato e Lucca, seguono Livorno e Pisa. Un po’ più indietro si piazzano Massa-Carrara e Pistoia. Le province più ‘protette’ sono Grosseto, Arezzo e Siena.
Ma le famiglie si sentono più sicure
C’è poi la percezione della sicurezza e del rischio criminalità, che è qualcosa di soggettivo non per forza proporzionalmente legato al numero di reati denunciati. Da questo punto di vista. la percezione delle famiglie toscane nella zona in cui vivono è in miglioramento. Nel 2014 un quarto (il 23,6%) avverte molto o abbastanza disagio rispetto al rischio di criminalità: un dato più basso rispetto alla media italiana, che sale al 30 per cento.