Furti a raffica in ville, appartamenti, alberghi e locali, 40 colpi messi a segno con impressionante costanza dal 2010 al 2015, facendo razzia in vari comuni della provincia di Grosseto a località di villeggiatura della Sardegna, come Arzachena e San Teodoro, un bottino da 800mila euro.
Sono questi i numeri dei colpi messi a segno da una vera e propria banda a conduzione familiare, composta da 16 persone di origine sinti e residente nei pressi della Scansanese, nella periferia di Grosseto.
Dopo quasi un anno e mezzo di minuziose indagini, scattate nel novembre del 2014, questa mattina, alle prime luci dell’alba, 50 Carabinieri del Comando provinciale di Grosseto hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo maremmano nei confronti dei componenti della banda criminale: 10 di loro sono stati rinchiusi in carcere, per altri 4 sono scattati gli arresti domiciliari, mentre due sono stati sottoposti alla misura dell’obbligo di dimora nel comune di Grosseto.
La macchina investigativa, messa in moto dal Nucleo investigativo dei Carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Grosseto, ha messo in campo un’attività di intercettazione telefonica ed ambientale, ma anche di videosorveglianza. Inoltre, le indagini sono state svolte grazie anche a servizi di osservazione, pedinamento, controllo e di ascolto di testimoni.
I Carabinieri hanno avviato le indagini dopo una serie di furti in abitazione messi a segno a Grosseto e in provincia nell’autunno del 2014.
Tutti i colpi erano stati realizzati con il medesimo modus operandi: la banda studiava con particolare meticolosità le proprie vittime, sapeva con precisione quali fossero i loro spostamenti e, non appena le case erano vuote, agiva con impressionante rapidità.
Gli appartamenti venivano completamente svaligiati, mentre le casseforti venivano smurate o aperte in pochi minuti grazie all’impiego di frullini; quindi, i ladri fuggivano con il bottino: gioielli, denaro, preziosi, ma anche piccoli soprammobili di antiquariato.
La refurtiva veniva poi seppellita nei campi circostanti le case dei malviventi.
Questa mattina, quindi, i Carabinieri si sono presentati nelle abitazioni dei componenti della banda, costruite abusivamente e per le quali è in corso la procedura di demolizione.
Gli appartamenti sono stati perquisiti: le forze dell’ordine hanno trovato un orologio di lusso e una ricetrasmittente utilizzata dai membri del gruppo criminale per comunicare tra loro.
Nei mesi scorsi, il bottino dei furti commessi in Maremma, del valore complessivo di circa 100mila euro, era stato recuperato dai militari dell’Arma e restituito ai legittimi proprietari.
Adesso, i componenti della banda sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione ed esercizi commerciali e di furto e tentato furto in abitazione, aggravati dalla violenza sulle cose e dall’utilizzo, seppure occasionale, di minori per compiere reati.
Nel “curriculum” di questi veri e propri professionisti di furti anche alcuni tentativi di truffa: in un caso hanno simulato un incidente per riscuotere i soldi dell’assicurazione, mentre una donna della famiglia ha sposato un extracomunitario per fargli ottenere la cittadinanza italiana in cambio di 10mila euro.