La Guardia di Finanza di Grosseto ha eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), nei confronti di un imprenditore maremmano socio di maggioranza di una società per azioni con sede a Messina operante in provincia di Grosseto nel comparto delle energie rinnovabili, sottoponendo a vincolo cautelare beni per un valore di circa 500.000 euro in 3 diverse Regioni (Sicilia, Lazio e Toscana).
Nello specifico, sono stati sequestrati una villa ubicata a Campagnatico, quote di una società di capitali e tre rapporti bancari.
L’imprenditore era stato denunciato per evasione fiscale al termine di una verifica condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Grosseto, che si era conclusa con la constatazione di un’evasione ai fini delle imposte dirette e dell’I.V.A. per oltre 1.100.000 euro.
Il sequestro disposto dal G.I.P. su richiesta della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto è stato reso possibile dall’applicazione della norma che, introdotta con la Legge Finanziaria per il 2008 (Legge nr. 244/2007), estende l’istituto della confisca per equivalente anche ai reati tributari.
Tale strumento consente di aggredire i beni di cui il contribuente abbia la disponibilità, per un valore corrispondente all’imposta evasa, nei casi in cui non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato tributario.
Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente è, quindi, un provvedimento di natura prettamente sanzionatoria – adottato dall’Autorità Giudiziaria in ragione della commissione di un reato – che non pregiudica l’attività amministrativa di recupero del tributo evaso e di irrogazione delle connesse sanzioni a cura della competente Agenzia delle Entrate.