Ha tentato di uccidersi nella sua cella del carcere di Grosseto, dove è rinchiuso per i reati di tentata estorsione e sequestro di persona.
Protagonista, nel tardo pomeriggio di lunedì scorso, un detenuto di origine napoletana, quarantenne, tossicodipendente e con problemi psichiatrici.
“Per fortuna l’insano gesto, un tentativo di impiccamento nel bagno, non è stato consumato per il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari e degli altri detenuti con i quali l’uomo condivide la cella, ma l’ennesimo evento critico accaduto in un carcere italiano è sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianità penitenziaria”
La denuncia viene da Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria (Sappe), che esprime ai poliziotti che hanno salvato la vita al detenuto “apprezzamento e l’auspicio che venga loro concessa una ricompensa ministeriale“.
Il sindacalista sottolinea che “negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 17mila tentati suicidi ed impedito che quasi 125mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze“.
Il Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, informa che “alla data del 31 ottobre scorso le carceri toscane ospitavano complessivamente più di 3.600 detenuti”.
“La situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata – conclude Capece – Per fortuna delle istituzioni, gli uomini della Polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere, come a Grosseto, con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri toscane e del Paese tutto”.