Una vera e propria filiera della droga, una catena che consentiva lo smercio di stupefacenti dai grossisti, a spacciatori più piccoli che si affidavano a loro volta ad una serie di “collaboratori” impiegati per rivendere marijuana ai consumatori abituali.
Il traffico di stupefacenti aveva origine a Praga, capitale della Repubblica Ceca, per poi arrivare in Italia ed essere smistato in modo tentacolare tra Reggio Emilia, la provincia di Verona, Grosseto e Roma.
Una complessa ed articolata operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Grosseto e denominata “Evergreen”, ha però permesso di sradicare questo collaudato sistema e di arrestare i principali protagonisti.
Sono stati sequestrati in tutto undici chili di marijuana e cento grammi di hashish.
La macchina investigativa della Questura si è messa in moto già a partire dall’inizio dell’anno, quando a finire sotto la lente di ingrandimento degli agenti è stato un grossetano di 23 anni, incensurato e dipendente di una ditta, che era solito acquistare marijuana da un ghanese di 27 anni, residente a Reggio Emilia, e da un nigeriano di 36 anni, che abita a Grosseto con moglie e figlio e in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Entrambi gli africani avevano messo su una fiorente attività di spaccio a Roma.
Parallelamente, il 23enne si riforniva anche da un altro corriere della droga: uno slovacco di 25 anni che, con estrema puntualità, si recava a Praga ogni mese per fare un carico di stupefacenti, prevalentemente marijuana e metamfetamina (che spacciava personalmente), da rivendere fra il mercato di Firenze e il suo cliente grossetano.
Dopo aver acquistato marijuana, il giovane 23enne la spacciava personalmente o, più abitualmente, si affidava ad alcuni “collaboratori”, definiti “cavalli” dalla Squadra Mobile, che compravano ogni volta dai 50 ai 100 grammi di droga per poi rivenderla sul mercato cittadino.
I consumatori finali di questa filiera erano persone molto giovani, in certi casi minorenni, e spesso lo spaccio avveniva anche nei pressi dei locali cittadini più frequentati.
I “cavalli” al servizio del 23enne erano un cubano di 24 anni e un altro grossetano di 19 anni.
La droga veniva acquistata tramite carte di credito prepagate, che venivano ricaricate con il denaro necessario ad assicurarsi gli stupefacenti.
A maggio scorso, erano già stati arrestati il grossetano e lo slovacco, mentre a giugno a finire dietro le sbarre era stato il nigeriano.
Quindi, l’operazione non si è fermata qui ed è proseguita, allargandosi a macchia d’olio anche al nord Italia.
Dopo essere stato scarcerato, infatti, lo slovacco è andato ad abitare a casa di un conoscente, ad Orti di Bonavigo, in provincia di Verona.
Gli agenti della Mobile hanno seguito ogni spostamento dello straniero e lo hanno monitorato attentamente, fino a compiere un blitz nell’abitazione veneta dell’amico, un giovane di 23 anni.
Al suo interno, il ragazzo aveva architettato un efficace stratagemma per nascondere la droga: aveva sistemato una teca, contenente un boa di oltre 2 metri, di fronte ad un’intercapedine di cartongesso, che fungeva da porta di una stanza, all’interno della quale aveva allestito una vera e propria serra in cui coltivava piante di marijuana. Oltre a sequestrare quattro piantine, gli agenti hanno ritrovato anche dieci chili e 700 grammi di marijuana, destinata allo spaccio anche a Grosseto.
Quindi, le indagini hanno portato gli agenti anche a Reggio Emilia, in virtù di un ordine di custodia cautelare emesso nei confronti del ghanese, che però è risultato irreperibile.
In totale, l’operazione “Evergreen” ha portato all’emissione di 9 ordinanze: due persone sono state arrestate e portate nel carcere di Grosseto, ad altre tre sono stati concessi i domiciliari, mentre per due persone è stato disposto l’obbligo di presentarsi di fronte alla Polizia giudiziaria