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Pineta di Marina di Grosseto: il punto sugli interventi di recupero a cinque mesi dall’incendio

di Roberto Lottini
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A distanza di 5 mesi dall’incendio che ha distrutto la pineta di Marina di Grosseto, l’assessore della Provincia di Grosseto allo Sviluppo Rurale, Enzo Rossi, fa il punto sugli interventi svolti.

Questa mattina l’assessore, insieme ai tecnici che si occupano dei lavori e al proprietario di una parte della pineta, Marcello Pallini, ha incontrato la stampa all’interno della pineta.

Nel corso della mattina, anche il Sindaco Emilio Bonifazi è intervenuto telefonicamente dal Libano, dove è in visita alla missione del Savoia Cavalleria. Il Sindaco ha ribadito la piena collaborazione tra le istituzioni per raggiungere l’obiettivo comune di ridare vita alla pineta di Marina; ha inoltre annunciato la presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori.

L’incendio del 18 agosto scorso ha interessato 55 ettari di pineta, di cui circa 45 sono andati completamente distrutti, mentre gli altri 10 sono bruciati in maniera parziale. E’ stato programmato un piano di recupero in modo da chiudere i lavori di sgombro entro la ripresa vegetativa di primavera, con l’obiettivo di perpetuare la pineta di pino domestico nel tempo e la messa in sicurezza dell’area.

Le azioni svolte finora rispettano questo piano, che è stato approvato dalle istituzioni e dalle Università coinvolte ed è stato condiviso con associazioni e cittadini in numerosi incontri pubblici. L’area colpita era ricoperta da pini domestici, che a differenza del pino marittimo, per rinnovarsi necessitano di specifici interventi dell’uomo, come la ripulitura, il contenimento del sottobosco e l’immissione di seme fertile. Tutte le operazioni sono stabilite nel rispetto del patrimonio naturale del territorio e per assicurare una ripresa vegetativa più veloce possibile di quell’area.

Il taglio nell’area bruciata, che contava una densità media di circa 100/120 pini ad ettaro, ha  interessato circa il 90% delle piante presenti; mentre nella parte di pineta sopravvissuta al fuoco si effettua il classico taglio di diradamento e il contenimento del sottobosco, come da obbligo di legge,  per prevenire il rischio di incendi. Sono state tagliate esclusivamente le piante fortemente danneggiate, rilasciando alcuni pini, cosiddetti testimoni, per la verifica ed il monitoraggio della vegetazione.

Tuttavia, in questa fase di preparazione al rimboschimento, è stato necessario abbattere anche alcuni alberi con porzioni di chioma con aghi verdi, in quanto danneggiati e indeboliti dalle fiamme. Questi pini possono fare da richiamo per insetti e funghi che poi andrebbero ad attaccare la pineta sana circostante e le nuove piante reimpiantate. Le operazioni di taglio sono precedute da un’attenta verifica dello stato di salute delle piante: viene accertata l’altezza raggiunta dalle fiamme sul fusto e lo stato della chioma, viene poi analizzata la corteccia al colletto delle piante e i contrafforti radicali.

Nei casi dubbi vengono fatti ulteriori approfondimenti, come la verifica dello stato del legno di conduzione mediante la scortecciatura con un attrezzo da taglio.  A lavori ultimati si stima che saranno tagliate circa 4.500 piante di pino bruciate. Il ripristino della pineta prevede la semina di nuovi pini e il trapianto di piante giovani, su 45 ettari saranno messe a dimora un totale di 18 mila piantine, circa 400 ad ettaro. Questa fase è prevista per l’autunno 2013, ma visto che i lavori di ripulitura termineranno in anticipo rispetto al programma, sarà possibile iniziare il reimpianto dei pini già da questa primavera.

“Ci siamo impegnati per dare una risposta efficiente e più rapida possibile alla tragedia che ha colpito questa pineta – dichiara Enzo Rossi, assessore della Provincia di Grosseto allo Sviluppo Rurale -. Uniamo gli sforzi di tutti, delle istituzioni ai diversi livelli e dei privati, per riportare nuova vita in questo terreno; grazie alle operazioni di reimpianto che abbiamo programmato riusciremo ad avere una pineta come quella bruciata, ma saranno necessari intorno a 40 anni”.

Fonte foto: Giacomo Aprili

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