Avevano conosciuto una ragazza di 16 anni, residente a Grosseto, in quel paradiso della virtualità rappresentato da Facebook, dove le distanze si riducono all’inverosimile e in cui diventa facile scambiare due chiacchiere in totale libertà con un semplice click del mouse.
Sono bastati pochi incontri nella community per far scattare il desiderio a due ragazzi marocchini di 17 anni, entrambi residenti a Cuneo, di incontrare quella adolescente con cui condividevano molte ore delle loro giornate passate al pc.
Lo scorso primo ottobre, senza dire niente ai loro familiari, sono usciti di casa: destinazione la stazione per prendere un treno diretto a Grosseto, nella città in cui quell’incontro fino ad allora virtuale poteva concretizzarsi.
Un modo per evadere dalla loro realtà, fatta di situazioni difficili e di nuclei familiari sempre più piegati dalla soffocante crisi economica.
Dopo quasi dieci giorni trascorsi nella nostra città, i due si sono imbattuti in un controllo di routine effettuato da una Volante della Polizia nella notte tra domenica e lunedì scorsi.
Si trovavano in via Sauro, in compagnia di due uomini conosciuti qualche giorno prima: un rumeno ed un egiziano, rispettivamente di 25 e 20 anni, incensurati e in possesso di un regolare permesso di soggiorno.
Da un controllo sulle identità effettuato dagli agenti è saltata fuori la verità: la scomparsa di uno dei due era stata denunciata dai familiari ai Carabinieri di Cuneo, che avevano provveduto ad allertare il Tribunale dei minori. I genitori dell’altro ragazzo, invece, non si erano preoccupati della sua uscita fuori programma, dato che era solito sparire per qualche giorno senza dare nell’occhio per poi tornare puntualmente a casa.
Gli uomini della Questura hanno immediatamente avvertito i rispettivi genitori ed il padre di uno dei due ha preso la macchina per raggiungere Grosseto e riaccompagnare a Cuneo i fuggiaschi in erba.
Una storia che per fortuna si è risolta con un lieto fine, ma che fa scaturire molti spunti di riflessione sulla pericolosità dei social network e sui rischi che possono arrecare agli adolescenti.
La Questura sta compiendo ormai da tempo una vasta ed efficace campagna di sensibilizzazione per scongiurare i pericoli che nascono dalla navigazione in Internet e, in particolar modo, in quei paradisi virtuali in cui è così facile fare incontri sbagliati.
A questo proposito, rientra il progetto “Buono a sapersi”, organizzato dalla Polizia Postale in collaborazione con Google, in cui vengono tenute in cento scuole italiane delle vere e proprie lezioni di navigazione sicura sul Web e si invitano gli studenti ad un uso responsabile della Rete e delle nuove tecnologie.
Inoltre, sul sito ufficiale della Polizia di Stato (www.poliziadistato.it) è presente una sezione, denominata “Per i giovanissimi”, all’interno della quale è pubblicato un vero e proprio vademecum, dedicato ai ragazzi e agli adulti, sull’impiego corretto e sicuro di Internet, e si possono trovare alcuni consigli su come avvicinare le nuove generazioni all’impiego del pc in modo sereno e consapevole.
In un mondo che ormai non sembra più poter fare a meno di una connessione a banda larga, si tratta di importanti politiche di educazione affinché i giovani non possano far diventare i nuovi media uno strumento che possa nuocere a loro stessi e agli altri.