Si trattava di un centro massaggi un po’ particolare: il locale era frequentato esclusivamente da uomini, ma soltanto per appuntamenti di una ventina di minuti. Inoltre, l’attività, aperta da poco in via Emilia a Grosseto, era scarsamente pubblicizzata da parte dei titolari.
E proprio per questo, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni relative a strani movimenti da parte dei clienti del locale, gli uomini della Squadra Mobile hanno deciso di indagare a fondo e hanno scoperto che, invece di massaggi, all’interno del centro veniva praticato il mestiere più antico del mondo.
Da un primo sopralluogo effettuato nei giorni scorsi, per accertare l’effettiva apertura dell’attività, gli agenti avevano notato che le porte di ingresso del locale erano oscurate da “veneziane”, mentre l’insegna era nascosta da un telo nero.
Niente poteva far capire che quella attività fosse proprio un centro massaggi, anche perché le uniche modalità con cui veniva reclamizzato erano costituite da alcuni depliant e da annunci su siti internet, in cui i potenziali clienti venivano invitati a contattare un numero di cellulare.
Ulteriori indagini, hanno portato alla luce le vere finalità di quel centro così anonimo: dietro il pagamento di una somma compresa tra i trenta e i cento euro, si potevano consumare, nel corso dei massaggi, rapporti sessuali.
Per questo motivo, gli agenti hanno messo sotto la lente d’ingrandimento le persone, tutti uomini, che frequentavano il locale.
E ieri pomeriggio, gli uomini della Mobile hanno compiuto un passo decisivo per lo sviluppo delle indagini.
Ogni uomo che usciva dal centro è stato fermato e, dopo essere stato identificato, è stato condotto in Questura per essere ascoltato come persona informata sui fatti.
Gli interrogatori permettevano di accertare che, effettivamente, all’interno del locale veniva svolta l’attività di prostituzione, gestita da una donna cinese che incassava i compensi dei massaggi “particolari”, effettuati da tre ragazze, anch’esse provenienti dal paese asiatico.
Di conseguenza, la donna, 43 anni, con
alle spalle altri precedenti reati nell’ambito della prostituzione, veniva denunciata in stato di libertà per sfruttamento della prostituzione.
Le tre massaggiatrici, di 35, 36 e 40 anni, sono state sottoposte ad interrogatorio, anche se hanno rifiutato di collaborare con l’autorità giudiziaria al momento di accertare la verità dei fatti.
Quindi, per loro è scattata la denuncia per favoreggiamento personale.
Il centro massaggi è stato posto sotto sequestro insieme alla somma di 365 euro, relativa all’incasso giornaliero per le prestazioni fornite.