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CineVisioni: la recensione di Escape Room

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

I sei protagonisti di questa storia, Zoe (Taylor Russell) una studentessa di scienze, timida, introversa e solitaria, Ben (Logan Miller) un giovane auto-distrittuvo, la soldatessa Amanda (Deborah Ann Woll), Jason (Jay Ellis) un carismatico ed egocentrico esponente del mondo della finanza, Mike (Tyler Labine), il più anziano del gruppo, camionista della West Virginia, e infine Danny (Nik Dodani), giovane cyber-smanettone e grande appassionato di escape room, si ritrovano in ​​una stanza, senza finestre, con solo una porta, e chiusa a chiave. Il pazzo che li ha rinchiusi ha creato una serie di enigmi diabolicamente intelligenti e difficili che, risolti nell’ordine corretto, porteranno alla chiave e alla tua salvezza.

E per aggiungere alla difficoltà, ha impostato un orologio ticchettante, con un’ora per completare gli enigmi e fuggire… o subire le conseguenze. Sei sconosciuti che si ritrovano appunto coinvolti in questo gioco pericoloso e sono costretti ad usare l’ingegno per trovare indizi e salvare la propria vita.
E mentre risolvono gli enigmi di ciascuna delle singole stanze, iniziano a capire che c’è un puzzle più grande da risolvere: il perché hanno scelto di essere lì. A quanto pare, hanno tutti qualcosa in comune.

La produzione ha un budget modesto, solo 9 milioni di dollari e decide di affidare Escape Room ad Adam Robitel, regista americano emerso con il quarto capitolo della saga di Insidious: Insidious – L’ultima chiave. Anche la scelta degli attori risente della ristrettezza dei fondi, per cui troviamo interpreti come Taylor Russell (vista nelle serie Strange EmpireFalling Skies Lost in Space), Nik Dodani (visto nella serie Atypical), Deborah Ann Woll (True BloodDaredevil e altre serie) e altri tutti provenienti dal piccolo schermo.

Escape room parte decisamente piano: i primi 10 minuti sono lenti e noiosi, nonostante l’avvio con il botto e il piccolo spoiler. La trama si dipana senza fretta e la prestazione solo sufficiente degli attori non aiuta a salvare la situazione. Progressivamente, poi, il ritmo si alza e i circa 100 minuti del film passano senza fatica. Le ambientazioni sono di livello, contribuendo così a un buon coinvolgimento dello spettatore. Sono chiari i riferimenti: in primis a Cube – Il cubo, con le sue atmosfere claustrofobiche, ma non mancano collegamenti con la saga di Saw – L’enigmista e con un meno conosciuto ma non per questo meno interessante The Belko Experiment.

Escape Room è un thriller che ammicca all’horror senza mai toccarlo, mantenendo il filo della tensione con discreto successo. Ha i difetti di un low budget ma riesce comunque a intrattenere piacevolmente. Nulla per cui entusiasmarsi, s’intende, ma cibo fresco per palati poco esigenti. Il pubblico più giovane sarà sicuramente intrigato da Escape Room, mentre qualche spettatore più esperto non potrà non coglierne le debolezze e i piccoli buchi di trama.

Se avete voglia di divertirvi senza pensare troppo, questo film farà per voi. Altrimenti la sala si trasformerà in una Escape Room e vi ingegnerete per andarvene il prima possibile.

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