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Cinevisioni: la recensione di 10 giorni senza mamma

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Cosa succede se una mamma sempre presente decide di partire per dieci giorni lasciando i tre figli con un papà fino ad allora praticamente assente? Una sequela di  eventi che travolgeranno Carlo (Fabio De Luigi) obbligato a fare il “mammo” a tempo pieno.

Carlo e Giulia (Valentina Lodovini) hanno tre figli: lui è un papà distratto e assorbito dal lavoro, lei è una mamma che si è dedicata alla famiglia rinunciando alla sua carriera. I figli sono Camilla, un’adolescente ribelle di 13 anni in pieno sviluppo ormonale e sentimentale, Tito 10 anni, furbo e sempre pronto a fare scherzi, la piccola Bianca di 2 anni che non parla, usa i gesti e si prende ciò che vuole. Giulia, stanca della routine, comunica alla famiglia che sta per partire per dieci giorni di vacanza.

Trovandosi da solo, Carlo si ritrova all’improvviso in un vero e proprio incubo; tra cene da preparare, inserimento all’asilo, confidenze imbarazzanti della più grande, giochi sfrenati con gli amici del figlio, liti, disastri sfiorati e appuntamenti saltati al lavoro, Carlo sopravvive a questi dieci interminabili giorni anche grazie al prezioso aiuto di una “Mary Poppins” molto particolare (Diana Del Bufalo).

10 giorni senza mamma è diretto da Alessandro Genovesi, nuovamente affiancato da Fabio De Luigi, che aveva già diretto in La peggior settimana della mia vitaIl peggior Natale della mia vita. Accanto a lui, Valentina Lodovini, che aveva già lavorato con Genovesi in Ma che bella sorpresa e Diana Del Bufalo, anche lei già a fianco del regista ma in Puoi baciare lo sposo.

Il film è un quasi-remake di Mamá se fue de viaje, pellicola argentina del 2017 diretta da Ariel Winograd, rivelazione al botteghino di buona parte del Sudamerica. Diciamo “quasi” perché la versione italiana smussa qualche angolo rispetto a quella originale, ad esempio calcando meno la mano sulle difficoltà domestiche del papà.

Genovesi sceglie quindi di giocare sul velluto, circondandosi di attori che conosce e prendendo come base un successo commerciale che, sebbene di un mercato geograficamente lontano, ha comunque incontrato i favori di un pubblico latino. Su questa piattaforma, Genovesi, che firma anche la sceneggiatura insieme a Giovanni Bognetti, tenta di installare alcuni elementi: il disagio adolescenziale, la voglia d’indipendenza delle donne, la difficoltà della gestione domestica e degli equilibri familiari, l’inevitabile ripercussione sul lavoro di tutto questo. Con l’aggiunta di una velata denuncia degli ambienti di lavoro.

Come funziona questa operazione? Non benissimo. I temi sono tanti ma appena accennati, sfociando in un buonismo di fondo che se da un lato non appesantisce la visione del film, dall’altro impedisce alla pellicola di mordere, rimanendo un brodino caldo e nulla più. Il pregio principale di 10 giorni senza mamma è tuttavia quello di fluire bene: tra qualche risata e una esibita leggerezza, i 90 minuti passano davvero velocemente.

Se siete alla ricerca di un film che intrattenga senza pensieri, con un ritmo decente e qualche risata, 10 giorni senza mamma fa per voi. Ma se volete che abbia un qualsivoglia spessore, allora guardate altrove e vi accorgerete che ci vogliono decisamente meno di 10 giorni per trovare qualcosa di meglio.

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