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CineVisioni: la recensione di Glass

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Tre settimane dopo che Kevin Wendell Crumb si è guadagnato il soprannome de “L’Orda”, il vigilante David Dunn, coadiuvato dal figlio Joseph, ormai adulto e sempre al suo fianco nella lotta alla criminalità, si mette sulle sue tracce per salvare quattro cheerleaders che Crumb ha rapito. David incontra Kevin nel suo personaggio di “Hedwig” e, dopo essersi sfiorato casualmente con lui, discerne la posizione delle cheerleaders usando i suoi poteri di percezione extrasensoriale. Libera tutte e quattro le ragazze e affronta Kevin nella impersonificato dalla “Bestia”, ma dopo un cruento duello vengono catturati dalle autorità locali.

I due vengono mandati in un’istituzione mentale in cui Elijah Price, il nemico giurato di David, noto come “Mr. Glass”, è già detenuto da anni. La dottoressa Ellie Staple, il capo medico dell’istituto psichiatrico, lavora con pazienti che dichiarano di avere poteri speciali. La Staple rivela che le sono stati dati tre giorni per convincere David, Kevin ed Elijah che sono persone “normali” che semplicemente credono di avere dei superpoteri. Ellie sa che la presunta debolezza di David è l’acqua e ha una macchina che costringe l’Orda a cambiare identità, disarmando efficacemente così la Bestia. Elijah è invece pesantemente sedato…

Glass è il sequel dei film Unbreakable – Il predestinato e Split. Sono presenti i protagonisti delle due pellicole, James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Bruce Willis, Samuel L. Jackson, Spencer Treat Clark e Charlayne Woodard. Si aggiunge la new entry Sarah Paulson. Come nei due succitati film, regia e sceneggiatura sono a cura di  M. Night Shyamalan.

Glass è già un trionfo ai botteghini americani e lo sta diventando anche in giro per il mondo. Il perché si capisce facilmente: in primis siamo di fronte ad un periodo estremamente fortunato per i film sui supereroi, che in questo momento storico sono tra i più desiderati; in secundis, aver costruito una trilogia de facto consente di usufruire di un consistente effetto trascinamento dei primi due film.

Le performance degli attori principali, va detto, sono all’altezza della loro fama. Samuel L. Jackson, Bruce Willis e Sarah Paulson rendono i loro personaggi davvero vivi e credibili. Inutile però negare che il film è costruito intorno al personaggio di Kevin, che è magistralmente interpretato da James McAvoy.

Il punto debole di Glass è rappresentato, paradossalmente, da M. Night Shyamalan. Se la regia riesce a padroneggiare decentemente una trama che si svolge in uno scenario ristretto e a tratti claustrofobico, la sceneggiatura non funziona. Il ritmo è blando, gli eventi prevedibili e persino il colpo di scena finale non ha l’appeal necessario: uno spin di bassissimo livello, traboccante di già visto. 

Glass parte benino, regge fino alla metà dei 120 minuti ma da lì in poi ha un tuffo repentino verso il basso. Persino i fan di Unbreakable e soprattutto quelli di Split saranno messi a dura prova. Si capisce bene che si tratta, fondamentalmente, di una grande operazione di marketing. La produzione ha messo a disposizione del regista 20 milioni di dollari, sapendo di poterne incassare ben di più. Ma messo alla prova della visione, il vetro si rompe e rimane un risultato misero.

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