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CineVisioni: la recensione di Attenti al gorilla

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Come ci si sente se all’improvviso ci si ritrova a condividere la casa con il più intelligente degli animali: un gorilla? Lo sa bene Lorenzo (Frank Matano), un avvocato fallito, che per recuperare la stima della sua famiglia e l’amore di sua moglie decide di fare causa allo zoo della città. Ovviamente la vince ma dovrà portarsi il primate in casa. E vivere con Lorenzo non è una cosa facile… provare per credere!

Per questa commedia la produzione si è assicurata la regia di Luca Miniero, lanciato da Benvenuti al Sud e considerato una sicurezza quanto a successo di pubblico. Il regista si è circondato di figure a lui care, come Frank Matano, che aveva diretto in Sono Tornato e Claudio Bisio, che in Attenti al Gorilla appare solo come doppiatore, appunto, del gorilla Peppe. Completano il cast Cristiana Capotondi, Pasquale Petrolo (il Lillo di Lillo & Greg), Francesco Scianna e Diana Del Bufalo.

L’idea è quella di coniugare una classica commedia a sfondo sentimentale con spruzzate di nonsense, tendenti talvolta al demenziale senza mai toccare davvero quel genere. Di qui la presenza di Matano, che dovrebbe nelle intenzioni dare ad Attenti al Gorilla la brillantezza necessaria per emergere dal panorama, sinceramente un po’ stantio, delle commedie a sfondo familiare.

Attenti al Gorilla è un prodotto pensato per un pubblico di famiglie e che strizza l’occhio ad un pubblico di giovani e giovanissimi. La presenza del gorilla è uno smaccato invito verso i più piccoli, una operazione simpatia per nulla celata e anzi esibita ad ogni piè sospinto.
Peppe non cede però mai davvero alla figura di personaggio destinato ai bambini e tenta anzi di avere dei guizzi di maturità, lanciando qua e là messaggi più “adulti”, senza però mai convincere davvero. In questo suo barcamenarsi, il gorilla difficilmente risulta simpatico, raggiungendo addirittura punte di antipatia.

Matano fa, come sempre, fatica, né la Capotondi lo salva più di tanto. Scianna e la Del Bufalo sono schiavi di personaggi troppo stereotipati per funzionare, figuriamoci per creare empatia. Lillo fa il suo, ma spesso forza la battuta e la mimica, forse rendendosi conto del deserto che lo circonda. Miniero lascia ben presto Attenti al Gorilla al suo destino, limitandosi ad una regia di servizio e senza lampi.

“Umano, troppo umano”. Peppe il gorilla, reso figura sin troppo antropomorfa e vero “saggio” del film, fallisce proprio il suo obiettivo principale: quello di divertire, specie i bambini. Attenti al Gorilla è l’avviso che andrebbe appeso sulla porta di tutte le sale che trasmettono questo film. Vi convincerebbe a sedervi in un’altra sala.

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