In programmazione a Grosseto – The Space Cinema ed Aurelia Antica Multisala
Il segreto della leggenda di Robin Hood in un entusiasmante film d’azione e avventura. Al ritorno dalle Crociate, Robin di Loxley scopre che l’intera contea di Nottingham è dominata dalla corruzione. L’ingiustizia e la povertà in cui vive il suo popolo lo spingono così a tramare per organizzare un’audace rivolta contro la potente Corona d’Inghilterra.
Ma per farlo ha bisogno di un mentore: un abile quanto sprezzante comandante conosciuto durante la guerra. Grazie a lui, il temerario Robin diventerà il leggendario Robin Hood e, forse, cercherà anche di riconquistare un amore che credeva perduto.
Per questo prequel della saga di Robin Hood, la produzione, in cui spicca la presenza di Leonardo DiCaprio, ha deciso di affidare la regia a Otto Bathurst, regista inglese famoso per aver diretto la serie tv Peaky Blinders e amato dal grande pubblico internazionale per la regia del primo episodio di Black Mirror dal titolo The National Anthem (in Italia titolato Messaggio al primo ministro).
Per interpretare Robin, invece, è stato scelto Taron Egerton, conosciuto per le sue interpretazioni in Kingsman – Secret Service ed il successivo Kingsman – il Cerchio d’Oro. Lo affianca Jamie Foxx, star indiscussa e protagonista di innumerevoli film d’azione.
Il successo commerciale di King Arthur di Guy Ritchie deve aver incoraggiato questa operazione che, come detto, cerca di ricavare un prequel dando un taglio dinamico, con grande accento sulle scene d’azione. Come nel succitato film di Ritchie, anche qui si ha un’opera di “modernizzazione” delle armi così come un taglio trendy dei costumi.
Questi elementi contribuiscono pesantemente ad una sensazione di smarrimento: non solo si fa fatica (e per stessa ammissione del personaggio principale) a collocare questo film in un’epoca precisa, potendo solo supporre che questa sia a cavallo della terza crociata, ma addirittura si ha la netta sensazione di essere stati catapultati in un enorme videogame, a sua volta ambientato in un designer mall londinese, più che in una Nottingham medievale.
Le scene che dovrebbero dare pepe alla pellicola, inoltre, risultano così esagerate, plateali e mal realizzate da risultare addirittura un deterrente, piene zeppe di computer graphic, peraltro dozzinale, di mosse e slow motion che richiamano direttamente il primo Matrix, confuse quanto basta per scatenare un vero e proprio mal di mare.
La sceneggiatura ha dei buchi di trama tali da renderla dilettantesca e gli attori, se si fa eccezione per un Jamie Foxx sempre in grado di portare a casa una prestazione dignitosa, sembrano quasi imbarazzanti per la loro carenza di espressività e la recitazione scadente.
Per fortuna Robin Hood nasce da storie popolari che si perdono nella notte dei tempi. Altrimenti, se questa fosse stata davvero L’origine della leggenda, non saremmo qui a parlarne ma l’avremmo seppellita immediatamente.