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CineVisioni: la recensione di Deadpool 2

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema ed Aurelia Antica Multisala

Il mercenario malato di cancro e trasformato in un essere pressoché immortale, capace di rigenerarsi da ogni ferita, si gode finalmente la vita insieme alla compagna Vanessa. Ma ad accettare irresponsabilmente, com’è nel suo stile, missioni da sicario in giro per tutto il mondo si finisce per farsi dei nemici e arriva presto per Deadpool il momento di pagare il conto.

Una batosta tale da ritrovarsi a casa degli X-Men, con Colosso che ancora una volta gli dà la possibilità di essere un eroe e lo porta con sé in una missione per calmare un giovanissimo e potente mutante. Prevedibilmente le cose non vanno a finir bene e Deadpool si ritrova nei guai insieme al ragazzino a cui però si sta affezionando tanto che, quando dal futuro giungerà un letale guerriero deciso a ucciderlo, il loquace ex mercenario farà tutto il possibile per proteggere il giovane.

Quando fu presentato il primo Deadpool, nel 2016, il film colse il pubblico di sorpresa, anche se il team creativo aveva lavorato dietro le quinte per anni e il personaggio aveva preso parte agli albi a fumetti della Marvel per più di vent’anni. Finalmente un supereroe che non temeva di gettare sul genere un po’ di ironia o di risultare più “adulto”, con contenuti a più alto tenore di violenza, linguaggio scurrile e persino sesso.

Certo, era un po’ approssimativo, tavolta superficiale e l’umorismo non sempre funzionava. Tuttavia era qualcosa di divertente e diverso, un antidoto ai prodotti standardizzati, quasi da catena di montaggio, cui ci aveva abituato il Marvel Cinematic Universe e le ambientazioni seriose e quasi malinconiche della DC.
Tra l’altro questo aveva anche funzionato piuttosto bene al botteghino, specie in considerazione del budget ridotto rispetto agli altri film sui supereroi.

Con queste aspettative in mente, per Deadpool 2 viene riunita gran parte del team originale, dai creatori al protagonista Ryan Reynolds, che ora ricopre anche il ruolo di co-sceneggiatore insieme ai precedenti Rhett Reese e Paul Wernick. Al posto del regista del primo film, Tim Miller, è stato scelto David Leitch, un vero mago dell’azione che aveva dimostrato ampiamente la sua propensione con John WickAtomica Bionda.

Il regista conferma il suo naturale talento per l’azione in Deadpool 2, ma mostra tutti i suoi limiti riguardo l’umorismo, non riuscendo a sottolineare qualsivoglia aspetto in questo campo e lasciando a Ryan Reynolds il compito di mettere delle toppe come può, grazie ad una interpretazione sopra le righe.

Il tentativo di questo sequel di alzare la posta rispetto al proprio predecessore non convince: c’è  tanta trama, ma questa non decolla almeno fino a metà film. Allo stesso modo fallisce la creazione di un vero antagonista centrale. I personaggi di Cable e Russell non riescono a risultare un efficace contrappeso alla figura di Deadpool.

L’impressione che rimane, dunque, è quella di un film che, potendo disporre di un budget superiore rispetto al primo Deadpool, ne amplifica i lati spettacolari, ma senza riuscire in definitiva a proporre alcunché di nuovo.
Se Deadpool 2 doveva e poteva  aggiungere sapore ad un film che aveva lasciato parecchia carne al fuoco, quello che riesce a cucinare è invece, ahimé, una minestrina riscaldata.

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