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CineVisioni: la recensione di Baywatch

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Il film è basato sulla fortunata serie televisiva anni Novanta con David Hasselhoff e Pamela Anderson (annunciati i due camei) e ripropone le corse al rallenty sulla spiaggia, gli iconici salvagenti rossi e i salvataggi a cavallo di moto d’acqua, in salsa comica e demenziale e per la prima volta sul grande schermo.

I guardaspiaggia di Baywatch, lontani dall’essere soltanto un trionfo di bikini e pettorali, si spingono dove nessun altro bagnino osa farlo, compiono i salvataggi più estremi, le imprese più eroiche e arrivano a improvvisarsi poliziotti per sventare il complotto criminale che minaccia la baia.

Il caposquadra Mitch Buchannon (Dwayne Johnson), impegnato ad addestrare le giovani reclute, tra cui il nuotatore medagliato Matt Brody (Zac Efron) e la razionale Summer Quinn (Alexandra Daddario), trascina gli aspiranti bagnini in una lunga serie di folli indagini, che alla fine porteranno a Victoria Leeds (Priyanka Chopra), proprietaria dell’esclusivo Huntley Club, sospettata di usare la sua attività come copertura per traffici di droga e omicidi. Tra nuove gag e omaggi alla serie originale, i Baywatch si preparono al salvataggio più impegnativo della loro carriera.

Fin qui le premesse di questa operazione nostalgia che fa dei suoi riferimenti alla serie originale, oltre come detto ai camei dei due interpreti principali, i suoi punti di forza.

Come abbiamo potuto notare in più o meno recenti omaggi a serie classice, da Dukes of HazzardCHiPs, fino a The A-Team, il segreto del successo sta nell’uso massiccio di gag ed autoironia. Ed in effetti già dai primi minuti di Baywatch si capisce che la strada sarà quella, addirittura con accenti di demenziale molto marcati ed estremamente gradevoli per gli appassionati del genere.

E’ più o meno da metà film che il meccanismo si inceppa. La curva discendente, in verità, comincia con l’ingresso in scena di Matt-Zac Efron, il cui personaggio funziona solo grazie alle continue gag che Mitch confeziona riguardo al suo aspetto da leader di boyband.

Nella seconda parte, la esilissima trama prevederebbe una svolta in favore dell’azione. In realtà si scivola ben presto nella noia. La performance di Dwayne Johnson è accettabile, essendo il suo fisico così pompato da risultare perfetto in una parte caricaturale, gli altri interpreti sono facilmente dimenticabili.

Ricordato che lo sforzo di sceneggiatura è impalpabile, lo stesso si può dire di una regia così convenzionale da risultare ininfluente (Seth Gordon ci aveva abituato a ben di meglio, ad esempio Come ammazzare il capo… e vivere felici).

Se siete nostalgici della serie originale (anch’essa tutt’altro che irresistibile, del resto), procuratevi il cofanetto di DVD e lanciatevi in un binge watching selvaggio. In ogni caso dimenticatevi dell’esistenza di questo scadente episodio.

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