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CineVisioni: la recensione di Life – Non oltrepassare il limite

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Una squadra di astronauti, composta dal biologo Hugh Derry (Ariyon Bakare, visto ne Il Cavaliere Oscuro ed in Rogue One), l’ufficiale Miranda North (Rebecca Ferguson, Golden Globe per la sua interpretazione in The White Queen), il comandante Katerina Golovkina (Olga Dihovichnaya, attrice e regista bielorussa), il tecnico Sho Murakami (Hiroyuki Sanada, una lunga carriera, dagli originali Ringu da cui i remake The Ring, fino a Rush Hour 3), l’ingegnere Roy Adams (Ryan Reynolds, da Due Ragazzi e una Ragazza ai ruoli di Deadpool Lanterna Verde) e il dottor David Jordan (Jake Gyllenhaal, reso famoso da I Segreti di Brokeback Mountain), tutti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale Mars Pilgrim 7, entra in possesso di un campione organico proveniente da Marte. Lo scienziato del gruppo espone la microscopica cellula ad una serie di stimoli, nel laboratorio della stazione orbitante, e “la cosa” reagisce. Si festeggia anche sulla Terra e i bambini delle scuole le trovano un nome: Calvin. Ma Calvin non è innocuo: cresce, interagisce e, disturbato, uccide. La priorità cambia rapidamente a bordo e una s’impone su tutte: tenerlo lontano dal nostro pianeta.

Daniel Espinosa, regista svedese di origine cilena, firma il suo terzo film in lingua inglese dopo Safe House – Nessuno è al sicuroChild 44. Con Life – Non oltrepassare il limite Espinosa si cimenta con la fantascienza avendo come evidenti riferimenti due capisaldi del genere, ovvero AlienPredator, non espressamente citati ma presenti con lampanti rimandi sia da parte della sceneggiatura che delle ambientazioni. Lo stesso Calvin, enorme polipone gelatinoso, sembra arrivare direttamente dal film di Ridley Scott. Si riconosce qua e là anche un pizzico di ispirazione da Gravity.

Ma Life abbonda anche di atmosfere da B-Movie, sebbene realizzato da un budget da serie A, come testimonia l’ottima realizzazione tecnica, sia riguardo le scenografie, che la fotografia, che le animazioni. Un prodotto che dimostra che Hollywood ha tuttora una marcia in più.

La miscela tra i riferimenti cinematografici cui Life – Non oltrepassare il limite si ispira non sembra funzionare appieno. Manca infatti una caratterizzazione efficace dei personaggi e gli stessi attori, pur dotati in gran parte di un curriculum di tutto rispetto, sembrano spaesati. Persino Gyllenhaal risulta inespressivo e spesso fuori luogo. SI salvano le scene d’azione, efficaci nel far scorrere i 103 minuti della pellicola.

Life – Non oltrepassare il limite  è un film che conquista la sufficienza piena, ma lascia insoddisfatti perché con il budget a disposizione ,il cast importante ed una storia potenzialmente accattivante si poteva fare decisamente di meglio.

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